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Mirri: “Il Barbera è la casa del Palermo. Il mio sogno è di togliere le barriere che separano i tifosi dal campo”

L'intervista al presidente del club rosa: "Avere un grande stadio comporta maggiori impegni di gestione, quindi dobbiamo chiederci cosa vogliamo realmente: uno stadio grande, ma spesso vuoto, o uno stadio più piccolo ma sempre stracolmo?"

Mediagol97

A tutto Dario Mirri.

Il presidente-tifoso del club rosanero, intervistato ai microfoni di PalermoToday, ha parlato dei progetti in seno alla società siciliana, soffermandosi in particolare sulla questione relativa al futuro del "Renzo Barbera", sulla quale il proprietario del Palermo non sembra - nonostante qualche lamentela dei tifosi - avere intenzione di fare passi indietro, chiudendo alla possibilità di un nuovo stadio ma aprendo al restyling de "La Favorita", con una riduzione della capienza dell'impianto sportivo:

"Partiamo dal presupposto - afferma Dario Mirri - che il mio sogno nell'immediato è quello di togliere le barriere che separano i tifosi dal campo. Magari iniziando proprio dalla tribuna, mi piacerebbe avviare un percorso di crescita culturale, nei prossimi giorni mi metterò in contatto con la questura. Non è certamente lasciando le barriere che si risolve un problema, anche perché non dobbiamo dimenticarci che la tifoseria palermitana ad oggi è una delle più corrette in Italia. Riguardo la capienza dello stadio, ricordo soltanto ai tifosi che dopo il primo anno in Serie A, il numero di abbonati pian piano andava sempre di più diminuendo, nonostante in rosa avessimo giocatori del calibro di Cavani, Dybala e Pastore. Non è un problema che riguarda soltanto Palermo, ma in generale tutto il mondo del calcio. Quest'anno abbiamo fatto più abbonati del Napoli, una società che vanta uno stadio immenso come il San Paolo. Eppure anche a Napoli spesso lo stadio resta con dei settori deserti, proprio come a Milano, dove talvolta sono addirittura costretti a chiudere il terzo anello. Avere un grande stadio comporta maggiori impegni di gestione, oltre che di costi, quindi quello che dobbiamo chiederci è cosa vogliamo realmente: uno stadio grande, ma spesso vuoto, o uno stadio leggermente più piccolo ma sempre stracolmo? Avevo pensato a una riduzione di circa il 20 percento, ma molto dipenderà dal progetto, anche perché nel caso del Renzo Barbera, come ben tutti sappiamo, entra in gioco anche il tema dell'area vincolata, qualsiasi tipo di ristrutturazione deve potersi conciliare con il tema dell'impatto ambientale. Faremo uno stadio coperto, un elemento che negli ultimi anni è diventato una costante per tutti i progetti dei nuovi stadi. Ma sto anche coltivando altre idee, pensiamo ad esempio alla realizzazione di box-sponsor o, cosa più importante,  ai posti riservati ai disabili. Per non parlare dei pannelli solari, che ci permetterebbero di iniziare a produrre energia, oppure un'importante area di catering dove si potrebbero svolgere tantissime attività. Lo stadio può migliorare, questo è sicuro, ma il Barbera resta comunque un bellissimo impianto già così com'è. E' La casa del nostro Palermo".

Il presidente-tifoso.

"Impossibile - dichiara l'imprenditore palermitano - dimenticarmi dell'ultima trasferta del Palermo ad Acireale. Parliamo di più di 25 anni fa, ero in macchina con i miei cugini, quando a un certo punto vidi entrare un'ape dal finestrino. Da lì a poco successe davvero di tutto e per scappare dalle "grinfie" di quell'ape si ruppe anche il filo dell'acceleratore. Noi però, che per nessuna ragione al mondo avremmo mai voluto perderci la partita del nostro Palermo, decidemmo di darci da fare, provando a riparare in qualche modo il filo dell'acceleratore, attaccando un filo dall'esterno che ci potesse permettere di accelerare "manualmente". Dopo poco capimmo che non potevamo andare molto lontano in quelle condizioni e alla fine non seguimmo la partita dalla radiolina. Da sempre sono abituato a stare nel settore ospiti quando vado in trasferta, mi piace stare accanto alla mia gente, al fianco dei tifosi palermitani. Ora, purtroppo, per motivi di sicurezza, non sempre è possibile, così ultimamente mi è capitato di dover guardare le partite da postazioni non consone al mio modo di vivere il calcio. L'ultima a Messina, ad esempio, l'ho vista da dentro un tunnel, una specie di serra dove fra l'altro faceva un caldo micidiale. La partita per me è un momento davvero troppo importante, in trasferta mi sento leggermente indifeso, ma quando giochiamo in casa invece ho la sensazione di essere totalmente invincibile. Ai tifosi mi sento di dire che la squadra si è già fatta carico di questo senso d'appartenenza. In passato ho sempre avvertito un forte senso di dispiacere quando i vari Migliaccio, Corini e Sorrentino andavano via da Palermo. Loro rappresentavano in pieno questo senso d'appartenenza e se fosse dipeso da loro sarebbero rimasti volentieri in Sicilia. Io spero che un domani possa accadere proprio questo, mi piacerebbe che i miei giocatori dimostrassero questo senso d'appartenenza. E in parte è già così, basta pensare ai vari Ambro, Accardi, Santana, Ficarrotta, Pelagotti, Crivello e tanti altri: tutti loro hanno voluto fortemente il Palermo a prescindere dalla categoria e dagli aspetti economici. I giocatori hanno appartenenza e lo stanno dimostrando concretamente".

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