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Lazio, Immobile si racconta: “Obiettivo Champions, vi dico cosa ci manca. Tutto sul mio rapporto con Inzaghi…”

Le parole dell'attaccante biancoceleste, Ciro Immobile, tra passato, presente e futuro

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Ciro Immobile si racconta.

Dopo le esperienze poco convincenti vissute con le maglie di Borussia Dortmund, Siviglia e Torino, Ciro Immobile, ha finalmente trovato la sua dimensione nella Capitale riuscendo a guadagnarsi un importante spazio nell'undici di Simone Inzaghi. Oggi, ad un passo dalla tripla cifra in maglia biancoceleste dopo la doppietta sengnata ieri sera contro il Torino, è ad un passo dalla storia. Un traguardo importante che riempie di orgoglio il classe '90 il quale, intervenuto ai microfoni di "Sky Sport" durante l'appuntamento con "I Signori del Calcio", si è raccontato a 360°.

  "Inzaghi che ha costruito una squadra su di me. Siamo cresciuti insieme: lui come allenatore, io come calciatore. Entra nella nostra testa, si preoccupa dei giocatori, del gruppo. Se parliamo di Roma città, prima non me l’aspettavo così, mi aspettavo peggio. La città è meravigliosa, la mia famiglia si trova benissimo, una delle più belle al mondo. Sono soddisfatto di quello che sto facendo qui, perché non era semplice, c’era un’eredità importante da coprire, quella di Klose. Non era facile, ma lavoro con quella tigna, quella cattiveria e anche con un po’ di quella testardaggine che mi ha permesso di cancellare le annate passate. Poi ho trovato mister Inzaghi che ha costruito una squadra su di me. Se non avessi rispettato le aspettative, se non fossi stato all’altezza e in grado di gestire la cosa, qualcosa sarebbe cambiato. Siamo cresciuti insieme: lui come allenatore, io come calciatore. Ho finito la maturazione e lui sta cambiando tantissimo da quando abbiamo iniziato. Questo è il quarto anno che lavoriamo insieme e sta crescendo proprio come allenatore. Entra nella testa dei giocatori, si preoccupa dei giocatori, del gruppo, ci tiene a creare un gruppo e ad avere rapporti con i giocatori all’interno degli spogliatoi. Vuole creare con i giocatori più forti un legame. Vuole sapere se le cose vanno male, quali sono le cose da migliorare. Poi, lui, essendo giovane, ci riesce molto di più rispetto a un allenatore più maturo. È molto preparato e ha anche uno staff molto preparato".

Immobile si è poi soffermato sul momento vissuto dalla Lazio: "Ci manca la continuità dei risultati, nello stare in partita con la testa, sempre al 100% e ogni tanto abbiamo dei vuoti. Se vogliamo essere una squadra matura, tosta, che vuole vincere, questo non deve succedere. Ci manca solo questo, perché dal punto di vista qualitativo siamo una squadra sulla quale non si può dire niente. Quando uno ha voglia di giocare, la gente si diverte".

Il giocatore si è inoltre espresso sugli obiettivi stagionali della sua squadra: "Mi piacerebbe lavorare per lottare e arrivare in Champions. Le squadre sono queste: ci siamo noi, la Roma, il Napoli, l’Atalanta. Ci giochiamo il quarto posto. Credo sia importante la continuità, se fai quello, puoi andare avanti. Poi, mi piacerebbe andare avanti in Europa League, è una competizione che mi affascina".

Chiosa finale sullo spinoso tema relativo al razzismo: "Non c’è mai storia quando si parla di razzismo, sportività. Non c’è discussione quando si parla tra persone, siamo tutti allo stesso livello. Questi dovrebbero essere tempi superati e invece, purtroppo, no. Non bisogna, però, condannare tutti, perché noi dal campo, magari, sentiamo 10 persone, che ne rovinano 50mila. È difficile estirpare quella minima parte. Ci sono tante persone intelligenti che riescono a sorvolare su queste cose e a vedere cosa offre realmente il calcio".