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Caso striscione pro-Speziale, il messaggio della Curva Nord 12: “Non è giusto demonizzarci, esprimere il proprio pensiero è un diritto”

Proseguono le polemiche sullo striscione inneggiante alla liberazione di Speziale affisso domenica fuori dal "Renzo Barbera": la Curva Nord12 non ci sta. Il loro pensiero...

Mediagol40

Anche a Palermo si respira aria di ribellione.

Il simbolo della protesta che ha colpito il capoluogo siciliano è Antonino Speziale, il giovane condannato per l’omicidio dell’ispettore Filippo Raciti avvenuto nel 2007 durante il derby Catania­-Palermo. Domenica pomeriggio, infatti, in occasione della gara contro il Marina di Ragusa, nello spiazzale dello stadio "Renzo Barbera", è stato affisso dalla Curva Nord 12 uno striscione inneggiante alla liberazione del detenuto.

Lo striscione in questione ha scaturito non poche polemiche. Immediata la "condanna" da parte della figlia e della vedova Raciti, che si sono sentite profondamente offese da quanto accaduto. Ma non solo. Puntuale anche la reazione del noto gruppo di ultras palermitani, che sulla propria pagina 'Facebook' hanno voluto esprimere la loro opinione, difendendosi dalla accuse mosse nei loro confronti nelle ultime ore: "In questo Stato, la libertà di manifestare il proprio pensiero, con la parola o lo scritto è ancora un diritto!?A quanto pare sembra di no, se il pensiero è diverso dalla massa. Siamo stati tacciati per delinquenti, mafiosi, terroristi, avanzi di galera ecc. ecc. per uno striscione che altro non voleva essere che un richiamo alla memoria di un sospetto episodio di giustizia sommaria. Non era sicuramente un inneggiare alla violenza ne alla persona per quello di cui è stato accusato. Quindi non crediamo giusto che si stia strumentalizzando questo striscione per demonizzarci".

"Ma andiamo con ordine - prosegue la Curva Nord 12 -. Sono tante le perizie fatte che non danno certezza che il fatto sia stato commesso, e si è avanzata più volte l'ipotesi che la morte dell’ispettore Raciti sia stata causata dall’impatto con una camionetta della polizia. Fatto sta che non esiste una prova oltre ogni ragionevole dubbio che sia stato Speziale ad uccidere il povero ispettore Raciti.  La perizia dei Ris di Parma ha giudicato non idoneo il sottolavello in alluminio come arma del delitto e comunque non c'è nessuna prova che sia stato usato come ariete ma è stato lanciato come si vede invece benissimo dai video.  La dichiarazione dell'autista del discovery cambia in aula rispetto a quella rilasciata subito dopo i fatti in cui asseriva di aver fato retromarcia di aver sentito una botta e di aver visto l'ispettore Raciti mettersi le mani alla testa. Ma le domande e le incongruenze non si fermano qui.Noi non siamo giudici! Non sappiamo come è andata veramente, tutto ciò che volevamo era portare all'attenzione nuovamente questo caso in modo che se ne parlasse e, in mezzo alla massa di moralisti e giornalisti da strapazzo pronti a giudicare in testa quelli di Repubblica, dare l'opportunità a qualcuno più bravo di noi di spiegare o analizzare senza essere di parte questo episodio. Questo perché evidentemente la gente abituata da decenni ad ingoiare qualsiasi notizia data dai media, ha dimenticato o non ha mai saputo, che la verità giudiziaria, per quanto comoda, molte volte non coincide con la verità storica.

La stessa verità che dovrebbe cercare anche la vedova Raciti, suo marito sicuramente è morto a causa degli scontri e se non si fossero mai verificati molto probabilmente sarebbe ancora in vita. Cercare un capro espiatorio a cui far pagare tutto è stato sicuramente più facile. Dopo aver appreso il diniego sugli arresti domiciliari nonostante l'aggravarsi delle condizioni di salute dello Speziale a soli due anni dal fine pena quindi ormai quasi totalmente scontata, abbiamo pensato di fare questo striscione, ne è scaturito questo polverone con offese e calunnie nei nostri confronti da parte della carta stampata che ha colto l'occasione per travisare il significato e ricamarci sopra per una settimana.  In quanto a tutti coloro che etichettano gli ultras come delinquenti vi rispondiamo con un "poveri voi" deve essere brutto vivere pieni di pregiudizi e preconcetti.  Mai fare di tutta un erba un fascio! NOI non siamo delinquenti, nessuno di noi lo è, lo sanno tutti. Siamo ULTRAS e non abbiamo paura di andare controcorrente per manifestare il nostro pensiero che ricordiamo ancora una volta e ancora un diritto in questo Paese dove la legge NON è uguale per tutti!", si legge.

Di seguito il post in questione.