Novità sulla situazione riguardante il rischio di fallimento che attanaglia il Palermo Calcio e il suo patron Maurizio Zamparini.
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Caos Palermo, stato di insolvenza e deficit patrimoniale? L’ipotesi di falso in bilancio e lo spettro della bancarotta. Quelle strane mail…
Secondo la Procura sussiste un concreto rischio di crac finanziario per il club di Maurizio Zamparini: il Palermo Calcio non sarebbe in grado di far fronte all'esposizione debitoria e dovrà rispondere anche di falso in bilancio
Si tratta un report decisamente importante e di un certo urto mediatico quello ad opera del Giornale di Sicilia, che in mattinata ha dedicato ampio spazio ad un approfondimento sulla situazione patrimoniale riguardante il club di Viale del Fante, chiaramente in merito all'istanza di fallimento notificata dalla Procura di Palermo. Secondo quanto riportato dal quotidiano regionale, la situazione potrebbe rivelarsi molto grave: la società rosaneroinfatti non sarebbe in grado di onorare regolarmente i propri debiti e sul club serpeggerebbe perfino lo spettro della bancarotta fraudolenta, con i giudici del Tribunale fallimentare che dovrebbero/potrebbero decidere entro natale o il mese di gennaio.
Secondo quanto emerso attraverso i pubblici ministeri dopo l'accurata analisi dei bilanci e le consulenze dell'esperto Alessandro Colaci, il club risulterebbe in stato di insolvenza, "oltre a versare in un grave stato di deficit patrimoniale". Anche osservando l'intero parco giocatori attuale, la valutazione che il Palermo potrebbe ricavare dalla cessione degli stessi calciatori sarebbe di circa 20 milioni di euro, e visti i numeri del presunto debito una cifra decisamente iniqua.
A generare molta preoccupazione è però soprattutto l'entità dell’esposizione debitoria (in totale si parla di 70 milioni di euro circa): come riportato in una nota del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, l'istanza di fallimento sarebbe motivata da debiti per 62.962.523€ al 30 giugno, un patrimonio netto negativo di 18.341.918€, una previsione negativa per quasi 28 milioni di euro al 30 giugno 2018, un omesso versamento dell'Iva per quasi 2 milioni di euro e un piano di ammortamento del debito erariale di circa 8 milioni.
Una situazione che se confermata in sede di istanza fallimentare il prossimo 7 dicembre di fronte al giudice delegato Giuseppe Sidoti, porterebbe la società siciliana nuovamente sull'orlo del crac ( si parla del possibile secondo dopo quello che portò alla bancarotta fraudolenta e alla radiazione nel 1986).
La vendita del marchio e delle aziende collegate sarebbero stati oggetto di varie simulazioni (testimoniate da alcune e-mail con diversi suggerimenti a vari personaggi accusati nell'inchiesta) nonché una sorta di chiave per svelare una situazione di falso in bilancio per addirittura tre bilanci consecutivi, con il capitale sociale azzerato e già compromesso nel biennio 2015-2016, con appunto diverse "strane" mail che proverebbero tali simulazioni.
Di Valerio Cracchiolo
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