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Brescia, le verità di Balotelli: “Parlo poco? C’è un motivo. Tutto sulle mie bravate, Ibrahimovic e Dybala…”

La punta del Brescia, Mario Balotelli, si racconta durante un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport

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"Mario Balotelli si racconta.

L'attaccante del Brescia, concessosi per un'intervista a Il Corriere Dello Sport, ha fatto il punto sulla propria situazione attuale, tra polemiche, liti e malintesi, dando una sus opinione generale anche sul campionato di serie A. Il numero 45 biancazzurro è sempre sulla bocca di tutti e soprattutto, dopo la recente squalifica di due giornate in campionato, è stata anche messa in discussione la sua volontà di rimanere in Lombardia. Balotelli, comunque, continua a combattere le incessanti voci sul proprio comportamento, allontanando le maldicenze: "Tante volte ne ho discusso con Mino (Raiola), non dico che mi abbia rimproverato, ha però tentato di spingermi a chiarire pubblicamente certe situazioni, a demolire le invenzioni, a non lasciare tutto lo spazio agli altri. Ma non ne ho mai sentito l’esigenza. Rare le interviste, ne ricordo una a Time".

La punta classe '90 commenta una frase rilasciata giorni fa dal proprio agente Mino Raiola:"Il problema di Mario è che è contento di ciò che ha fatto". "Ha detto questo?- continua Balotelli -.Ma non è così, niente va bene, so di poter fare di più e non sono soddisfatto. Sono ancora in tempo per rimediare. Avrei potuto essere più in alto, forse, ma non mi pento delle mie scelte, né di qualche stupidata giovanile. Non avrebbe senso ora. Sono cresciuto, l’istinto sostituito con il lavoro. La svolta è stata a Nizza, ma anche l’ultima stagione al Milan è stata formativa. Nei primi anni pensavo che bastasse giocare bene e fare gol, che il calcio fosse tutto qui e non mi si dovesse chiedere altro. Ho incontrato allenatori con i quali c’è stata sintonia e altri che non mi hanno aiutato. Ho litigato con Mou e Mancini, e ti parlo di chi è stato importantissimo per me. A diciotto anni non capivo, ma non sono mai stato stupido. Mi hanno descritto così? La gente trova più interessanti i giudizi negativi".

Tante le bravate negli anni per l'ex Manchester City, che prova a fare chiarezza: "Quello della pistola giocattolo fu semplicemente uno scherzo tra amici che si risolse in un attimo. Quando prese fuoco l’appartamento di Manchester io non ero nemmeno in casa. Gli incidenti, un paio per colpa mia, tre al massimo. Tutto il resto è fantasia, pregiudizio, favola. Hanno scritto di un mio incidente l’ultimo dell’anno e non ero nemmeno presente, non c’ero su quell’auto. Dell’altro giorno un articolo su una serata a Padova dove avrei fatto le ore piccole. Sì, a Padova c’ero, sono andato a cena, poi a bere con gli amici fino alle due, la mattina dopo non era in programma l’allenamento ma io sono andato ugualmente al campo per lavorare. Vuoi sapere come stanno le cose? E allora chiedimelo, informati invece di creare uno scandalo dove lo scandalo non c’è".

Dopo la squalifica rimediata due giornate fa, Balotelli è pronto al rientro in campo: "Un rosso del c… Mi è scappato un ‘vaffa’ e l’arbitro mi ha cacciato. Ma se fossero puniti tutti i ‘vaffa’ che si sentono in campo, le partite finirebbero con due giocatori per squadra. Da quando sono tornato in Italia non ho rotto le scatole a nessuno, mi alleno seriamente, mi adatto alle esigenze dell’allenatore e dei compagni, anche se a volte in partita mi sembra di fare il centrocampista”.

Sui cori razzisti: "Sfottò? Ne sono convinto anche io, ci credo. Se presi singolarmente, quelli che fanno i buu allo stadio sono tutt'altro che razzisti. Però, vedi, quei cori fanno male. Mi facevano male a sedici anni, a venticinque, mi fanno male ancora oggi che ne ho quasi trenta e mi faranno male a sessanta. A Verona ho avuto quella reazione, ma nella partita con la Lazio al terzo episodio mi sono rivolto all'arbitro e gli ho chiesto di farli smettere. Questa forma di inciviltà, che si può spacciare anche per sfottò, non può essere tollerata, non va accettata".

Sul Milan e sul ritorno di Ibrahimovic: "Il Milan è il Milan. Ma al tempo stesso non ho alcun problema con l’Inter, non io almeno. L’Inter mi ha dato tanto, tutto è partito da lì, il settore giovanile, Mancini, la gente. Mancini è la principale figura della mia carriera, le due occasioni in cui abbiamo discusso aveva sempre ragione lui. Ibra? Non me l'aspettavo, non l'ho sentito. Ci siamo visti prima della partita con il Milan quando sono andato in albergo a salutare la squadra".

Grande rispetto per Sinisa Mihajlovic: "Sinisa è forte, talmente forte che ne verrà fuori. Non l’ho mai chiamato per non disturbarlo, ma ho scritto a sua figlia. Lui è un uomo leale, di lui ti puoi fidare, le cose te le dice in faccia”.

Infine Balotelli dice la sua su due talenti puri, il compagno di squadra Sandro Tonali e la Joya della Juventus, Paulo Dybala: "Tonali ha margini di miglioramento abissali. L’hanno paragonato a Pirlo, gli somigliava solo nei capelli. Sandro mi ricorda Gerrard e Lampard, e se il mio allenatore non si arrabbia dico che per me il suo ruolo ideale è dietro le punte. Sandro sa coprire tutto il campo, ma aggiungerebbe tanta qualità se spostato più avanti. Mi piace Lukaku, chi dice che non è veloce ne capisce poco. Ma è Lautaro che mi ha impressionato. Un altro fortissimo è Higuain, però se devo fare un nome dico Dybala. Io sono un Dybala-fan, è un giocatore pazzesco. Immobile? Ha il posto assicurato agli Europei, lo merita. Ma quando segnerà un gol normale? Guardate il secondo alla Spal, incredibile. Ciro è diventato anche un centravanti d’area di rigore".