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Juventus, la stoccata di Sacchi: “Non basta CR7 per vincere in Europa. Ecco perchè il calcio italiano stecca”

Juventus, la stoccata di Sacchi: “Non basta CR7 per vincere in Europa. Ecco perchè il calcio italiano stecca”

L'ex c.t della Nazionale italiana, Arrigo Sacchi, analizza il momento non idilliaco del calcio italiano

Mediagol40

"Il calcio italiano non vince perché non fa squadra, e non basta comprare Cristiano Ronaldo".

Lo ha detto Arrigo Sacchi, intervenuto ai microfoni del Corriere dello Sport. Archiviata l'inaspettata e deludente sconfitta della Juventus dalla Champions League, l'ex c.t della Nazionale italiana è tornato ad analizzare il momento non idilliaco del calcio italiano, soffermandosi nello specifico su quei piccoli ma importanti dettagli che andrebbero rivisti per migliorare le cose. E non solo...

"Il calcio italiano non vince perché non fa squadra. Ci riusciamo talvolta in situazioni tragiche. Per esempio, dopo la Seconda Guerra Mondiale abbiamo trovato l’unità di intenti e siamo diventati una delle prime potenze industriali. Per tornare al calcio, quando ci siamo coagulati intorno alla Nazionale abbiamo vinto due Mondiali. E’ una questione di storia, di cultura, di racconto. Una vittoria senza bellezza non è una vittoria".

JUVENTUS -"In coppa è stata fatta fuori da una squadra ben organizzata di bravi ragazzi, molti dei quali sconosciuti. La Juventus intesa come squadra ha un club strutturato alle spalle, una tradizione invidiabile e un allenatore tra i più bravi che ci siano. Un tattico sopraffino. Ma è pur sempre calcio italiano. Giochiamo con otto o nove uomini invece che con undici. Neppure coinvolgiamo il portiere, non abbastanza".

CR7 -"Neppure Cristiano Ronaldo ha potuto cambiare la situazione. Rientra tutto nello stesso schema. Ci viene paura, pensiamo che il talento del singolo ci salverà, lo compriamo e mettiamo nei guai gli amministratori senza risolvere il problema. Gullit si metteva a ridere nel vedere tutti gli esercizi individuali che pretendevamo di imporgli e Rinus Michels si chiedeva se fossimo matti. Avevano ragione. Si deve allenare la squadra, non il singolo".

MAESTRI DEL CALCIO ITALIANO - "Ne ho individuato almeno cinque o sei, solo in Serie A. Butto lì Gasperini e Di Francesco, ma non mi metto a nominarli tutti. Di Francesco non ha avuto la possibilità di portare avanti il suo insegnamento, a Roma. Non mi meraviglia. Qualsiasi tentativo di cambiare le cose deve partire dai club".

KLOPP E POCHETTINO -"L’ambizione in un club è il carburante. Ti manda lontano, a tappe forzate. Però deve essere ambizione sana. Aver mandato Sarri a lavorare in Inghilterra è un peccato che al nostro calcio non mi sento di perdonare".

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