Massimo Moratti è stato il patron dell'Inter in due periodi diversi: dal 18 febbraio 1995 al 19 gennaio 2004 e dal 6 novembre 2006 al 15 novembre 2013, nonché presidente onorario fino al 23 ottobre 2014.
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Inter, Moratti: “Non riprendo il club. Scudetto, Suning e nuovo logo, vi dico la mia. Conte-Mourinho, c’è una differenza”
Le dichiarazioni dell'ex patron dell'Inter Massimo Moratti
In una lunga intervista concessa al noto quotidiano sportivo 'Tuttosport', l'attuale presidente della Saras, una società per azioni italiana, ha affrontato diverse tematiche, focalizzando la sua attenzione sulla vittoria conquistata dalla squadra di Antonio Conte ai danni della Juventus. Ma non solo... "Sinceramente è una bella sensazione perché questa vittoria dà l’idea che la squadra c’è e che si possa puntare a qualcosa di importante quest’anno. La Juventus era senza dubbio l’avversario che faceva più paura, questo comunque senza sottovalutare il Milan, perché, specialmente dopo la vittoria a San Siro proprio contro la squadra di Pioli, dava l’impressione che si fosse ripresa. In più, quando leggi la loro formazione, vedi che hanno sempre un sacco di bei nomi in squadra. Per questo, centrare una vittoria così netta, è assolutamente importante", sono state le sue parole.
GAP SECONDO CONTE - "Da quello che mi sembra di capire, il suo è un discorso generale che si allarga anche alla società dove dall’altra parte c’è la stessa proprietà da cent’anni che, anche per questo, esprime una grande forza. Poi, sotto il profilo calcistico, questo gap è un po’ inferiore anche per merito dell’Inter che sta giocando bene. Inoltre ritengo che quella del gap sia un po’ una tattica di Conte per far concentrare i giocatori, metterli nelle condizioni di fare l’impresa e dire ai ragazzi 'andiamo a battere questi che son fortissimi'. La differenza con Mourinho sta nel fatto che per José noi eravamo sempre i più forti, non mi parlava mai degli altri".
SCUDETTO E NON SOLO - "L’Inter può permettersi di pronunciarla sempre quella parola, perché non è che siamo il Sassuolo. Poi, per scaramanzia, uno sta attento. Più che un’alchimia, direi che è un campionato molto equilibrato dove gli avversari possono essere battuti. E, in tal senso, siamo in una condizione molto positiva per poter vincere lo scudetto. Conte e Vidal? L’allenatore pesa sempre tantissimo. E quindi è bene che Antonio rimanga concentrato e spinga tutti verso questo risultato. Ad Arturo il gol gli ha fatto molto bene, poi ho visto quanto i compagni fossero contenti che avesse segnato e questo dimostra come ci sia un buon clima in squadra".
PIRLO - "Per lui è un’esperienza del tutto nuova e molti dimenticano quanto sia difficile il mestiere dell’allenatore rispetto a quello del calciatore. Pirlo però è un ragazzo intelligente, sta imparando – e quindi assorbendo – tante cose nuove. Poi, in un percorso, questo tipi di incidenti possono capitare, ma se capitano con una squadra che ha vinto nove scudetti di seguito, le conseguenze rimbombano molto di più. Comunque credo che la Juve questo l’abbia messo ampiamente in conto perché ha scelto un allenatore per il futuro".
FUTURO INTER - "Sinceramente non ne so assolutamente niente di come stia andando avanti la cosa. Ho letto che cercano finanziamenti e un socio di minoranza ma anche altro. Son problemi loro, però è importante che dicano qualche cosa, che informino su cosa stia succedendo. Se fosse così, mi spiacerebbe molto perché sembrava che avessero tutte le caratteristiche giuste, che fosse una famiglia a condurre le danze con una capacità finanziaria notevole legata a un’industria importante e ben ramificata alle spalle. Questo era il meglio che l’Inter potesse trovare, non un fondo, ma una famiglia. Ormai entrano dappertutto e dobbiamo abituarci a questo tipo di mentalità anche se nel calcio c’è sempre stato un responsabile, una persona che decide. Insomma eravamo abituati ad avere squadre con un proprietario. Con Suning avevamo un proprietario, con un fondo hai una società che è proprietaria. Non potrei mai pensare di riprendere io la società, certi club hanno dimensioni che non sono più consentite a una persona".
LOGO - "I primi anni in cui ero presidente, eravamo in Austria per una partita di Coppa e c’era scritto sul tabellone 'Inter Milan'. Ricordo che parlai con i dirigenti della squadra avversaria chiedendo loro di togliere Milan e loro lo tolsero. Questo perché l’Inter è conosciuta perché è l’Inter, non c’è bisogno di una aggiunta di quel tipo", ha concluso Moratti.
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