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Morte Astori, il dolore di Francesca Fioretti: “Davide poteva essere salvato, bastava un esame”

Morte Astori, il dolore di Francesca Fioretti: “Davide poteva essere salvato, bastava un esame”

Francesca Fioretti, tre anni dopo la scomparsa del compagno Davide Astori, racconta la sua vita con la figlia Vittoria

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Le dichiarazioni dell'ex compagna di Davide Astori.

Nel corso di un'intervista ai microfoni del format televisivo "Verissimo" condotto da Silvia Toffanin - in onda su Canale 5 sabato 15 maggio a partire dalle ore 15.00 -, Francesca Fioretti ricorda il suo storico compagno ed ex capitano della Fiorentina, Davide Astori, tragicamente scomparso nella notte del 4 marzo del 2018 per un problema cardiaco. Queste le sue dichiarazioni, ospite del salotto di Mediaset.

"La vita di prima non c'è più, ma nella nuova vita ci sono delle costanti e la mia è mia figlia Vittoria, che mi ha tenuta sempre salda alla realtà. Anche nelle cose più brutte c'è sempre una luce alla fine e io penso di essere diventata una donna miglioreAll'inizio istintivamente a mia figlia ho semplicemente raccontato la verità  perché volevo costruire un rapporto di piena fiducia con lei. Non l'ho mai illusa, ovviamente, il racconto è diventato più complesso nel corso degli anni anche perché a cinque anni la curiosità e le emozioni di una bambina sono diverse rispetto a quando ne aveva due. Oggi Vittoria è una bambina felice e viviamo questa mancanza come una cosa normale nella nostra vita. La tragedia poteva essere evitata? Bastava un esame in più, è stata riconosciuta una responsabilità medica perché dai risultati dell'elettrocardiogramma Davide doveva essere sottoposto a un banale holter, che non è mai stato fatto. Vorrei impegnarmi per far sì che l'holter diventi obbligatorio a prescindere dai risultati dell'elettrocardiogramma. Un nuovo amore? La vita va vissuta a prescindere da tutto. Vivo per mia figlia ma anche per me, perché alla mia età non è giusto che io sopravviva. La morte è una cosa naturale e se trasformi il vuoto in un posto sicuro dove vivere, allora ti salvi. Il dolore è ancora immenso, ma il suo colore è cambiato nel tempo. Io e Davide ci amavamo e abbiamo scelto consapevolmente di avere Vittoria. Eravamo una famiglia a tutti gli effetti anche se l'amore non era sigillato da un contratto matrimoniale. Questo ha innescato dei meccanismi che solo oggi comprendo, perché non tutti i minori hanno una situazione serena. Quindi è giusto che esistano questi tutori, però, per una mamma responsabile e che dedica la propria vita alla propria figlia è difficile accettarlo. Ho provato tanta rabbia perché erano gli altri che decidevano per mia figlia. Tutti pensavano di avere più diritti di me riguardo Vittoria"