Un passato da calciatore del Palermo per quasi quattro stagioni, poi tante volte da avversario in panchina. Lunga e variegata la carriera di Domenico Di Carlo, ex centrocampista rosanero tra il 1987 e il 1990. Dopo il ritiro diverse esperienze alla guida di Chievo, Cesena, Novara e Spezia tra Serie A e Serie B, fino ai recenti incarichi con Pordenone e SPAL in Serie C. Di Carlo è intervenuto in esclusiva ai microfoni della redazione di Mediagol.it soffermandosi sulle prospettive future del club di Viale del Fante, in questa seconda parte di stagione, in cadetteria. Di seguito le sue dichiarazioni:
L'INTERVISTA
Di Carlo: “Palermo da A, ecco cosa gli manca. Visto rosa al Tombolato, Ceccaroni…”
Intervista realizzata da Anthony Massaro
OBIETTIVO SERIE A - "Il Palermo ha un progetto a lungo termine. Nei progetti ampi c'è bisogno della famosa crescita. Parlo anche dell'extra campo, come il centro sportivo fatto a Torretta. Chiaramente il campo è quello più importante, infatti il Palermo sta cercando di strutturarsi al meglio per cercare di arrivare in Serie A e starci più a lungo possibile. La rosa dall'anno scorso a quest'anno è stata parecchio rinforzata e sicuramente a gennaio faranno qualcosa. Sono sicuro che succederà anche l'anno prossimo. Quindi, è il famoso progetto che deve portare i rosanero in massima serie. Che ci mettano un anno o tre, sono convinto che riusciranno nel loro intento".
FAVORITE SERIE B - "In questo campionato conta più di qualsiasi cosa la continuità. Il Parma è la più accreditata, ma deve pedalare forte. Dietro ci sono Venezia, Como, Cremonese e Palermo. Non dimentichiamo il Cittadella, sta facendo una stagione straordinaria. L'anno scorso si salvarono alla fine, anche se negli ultimi anni a Cittadella ci hanno abituato a cose importanti. Quindi tutte devono correre forte, in alta classifica soprattutto. La B è un campionato dove bisogna avere continuità! I 42 punti del Parma, rispetto ai 35 della Cremonese, sono 7 lunghezze di distanza. Addirittura 9 dal Catanzaro. Questi punti di distanza sono recuperabili ed in questo comprendo anche i rosa, che sono fermi a 32. E' chiaro che il Parma, rispetto al Palermo è avvantaggiato. Il club di Viale del Fante dovrà fare un girone di ritorno importante per imporsi nelle primissime posizioni. I crociati con Cremonese, Venezia, Como e Palermo, erano le cinque squadre candidate a lottare per la A. Senza dimenticare il Bari che è un po' dietro. La classifica oggi dice una cosa, tra un mese potrebbe essere completamente diversa. Quindi il Palermo ha tutto per venirne su e guadagnare posizioni, per cercare di arrivare a marzo (momento fondamentale) con la possibilità di fare lo sprint finale".
COSA MANCA AL PALERMO - "Per quello che si vede ultimamente, qualche gol di troppo lo stanno prendendo. Ma non è solo colpa della difesa, è sempre la squadra. Io penso che non è un giocatore a fare la differenza, bensì una mentalità d'insieme. I sincronismi tra i reparti con la rapidità e la fluidità del gioco. Ad oggi il Palermo ha dimostrato di poter fare delle belle partite, come si sono viste nel girone d'andata. Altre, come l'ultima con il Cittadella, dove i rosa poteva pure vincerla, al netto delle occasioni prodotte, ma si poteva fare meglio la fase difensiva. E quando parlo di questo, parlo di tutti, non solo del pacchetto arretrato. La società lo sa dove deve migliorare, insieme al suo allenatore. Da fuori posso dire che la struttura della squadra è importante per giocarsi il campionato con altre 5/6 squadre".
CECCARONI - "E' sempre stato un giocatore di livello. Io quando lavorai a La Spezia, lo trovai come giocatore appena sbocciato dal settore giovanile. L'ho fatto esordire in prima squadra, insieme ad Okereke, Maggiore , Baez e Vignali. Erano ottimi giovani. Io feci esordire questi cinque giocatori perché erano molto bravi, si presero il posto loro con merito. Ceccaroni era il classifico difensore tecnico, bravo in costruzione. Adesso ha un po' di esperienza in più e riesce a gestire al meglio diverse situazione, che comunque gestiva anche prima. Gli mancava un po' di velocità, però nelle letture gioca molto d'anticipo. Un conto è essere rapidissimo, ma non saper leggere il gioco. Un altro paio di maniche è saper comprendere tutte le sfaccettature in tempi ristretti. Lui, come tutti i giocatori, per rendere al meglio deve stare bene fisicamente. Se non sta bene, paga la mancanza di rapidità nei primi metri. Però è un giocatore di personalità e di esperienza, oltre ad essere un bravissimo ragazzo. Lui con Lucioni rappresentano dei veri perni difensivi".
PALERMO E LA SCONFITTA DI CITTADELLA - "Il Palermo ha una rosa di qualità, costruita per le prime sei posizioni, secondo il mio pensiero. C'è da vedere la continuità e tante altre cose. A centrocampo ci sono giocatori buoni, come Leo Stulac, che ha già vinto campionati di Serie B. Per vincere i campionati, c'è bisogno di giocatori che conoscono la categoria. In questo senso i rosanero sono ben forniti. A me piace tantissimo Di Francesco, profilo di categorie superiori. Brunori non c'è bisogno neanche di citarlo, un attaccante straordinario. Le squadre quando giocano contro il Palermo fanno la partita della vita. Il City Football Group nel capoluogo siciliano vuole raggiungere la Serie A. Quindi la squadra di Corini deve essere sempre al 100% per vincere le partite e secondo me ci vuole un ritmo più alto. Io ho visto la partita a Cittadella, ero presente al Tombolato ed è stata fatta una gara dove i ritmi del Cittadella sono stati superiori. Infatti, alla fine l'ha spuntata la compagine di Gorini. A prescindere dalle occasioni importanti che hanno avuto i rosanero per fare gol. Il Cittadella è ostico perché alza i ritmi e se non gli stai dietro rischi di soccombere".
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