Mediagol
I migliori video scelti dal nostro canale

serie a

AIC, Tommasi: “Non c’è chiarezza. Allenarsi è fondamentale, dal 18 maggio un accenno di normalità”

Il presidente del AIC, ha rilasciato un’interessante intervista nella quale ha parlato dell’argomento più caldo di questi giorni: la ripresa della serie A

Mediagol8

Damiano Tommasi, presidente del AIC, ha parlato di una possibile ripresa dei campionati in Italia.

L’argomento si fa, via via col tempo, sempre più scottante: in Francia e in Olanda la decisione è stata quella di sospendere definitivamente i campionati, senza un vincitore. In Italia, invece il premier Conte ha fatto intendere che le cose saranno diverse, dal 4 maggio, con la Fase 2, gli atleti si potranno allenare individualmente. Due settimane più tardi, dal 18 maggio, riprenderanno gli allenamenti di gruppo e le squadre, dunque, potranno tornare in campo ad allenarsi.

ALLENAMENTI INDIVIDUALI- Non troviamo un senso. Non sto parlando della ripresa della stagione appesa a tante incognite ma della possibilità per i giocatori di allenarsi individualmente in strutture dove sono controllati - ha dichiarato Tommasi intervenuto ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport' -. Parliamo di salute degli atleti, questa norma rischia di produrre un aggravamento e non il contenimento del rischio. Per il calciatore il ritorno alla giusta forma atletica dopo questo stop obbligato è un passaggio necessario e utile anche ad evitare infortuni e per essere pronti per iniziare il 18 maggio gli allenamenti di gruppo”.

 POSSIBILE RICADUTA- “La positività di un calciatore è un tema centrale. Ci si ferma? Viene isolato, si fanno i test agli altri e si prosegue? Il protocollo che è stato preparato prevedeva una serie di casistiche, però sembra che presenti delle criticità e vada rivisto. In ogni caso deve essere tutto molto chiaro su cosa fare se si riprende: test, tamponi, spazi, viaggi, trasferte, lavoro di gruppo”.

UNA SORTA DI ‘NORMALITÀ’- Da un punto di vista sportivo c’è stato un lungo stop, è normale che non si possa riprendere con le condizioni fisiche e psicologiche di prima, ma le squadre almeno ripartiranno tutte da zero. Da un punto di vista sociale un senso lo avrebbe, perché vorrebbe dire ricominciare a vivere la normalità, anche se con gare a porte chiuse”.