di Anthony Massaro
PALERMO-BRESCIA
Brescia: caos Cellino, poker allenatori e incubo Serie C. L’ex Palermo Perinetti…
In una giornata - l'ultima giornata - tutto è ancora possibile...
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Il Brescia del patron Cellino si appresta a sfidare il Palermo, nel match in programma questa sera al 'Renzo Barbera', che chiuderà definitivamente la regular season del campionato di Serie B. Le 'Rondinelle' sono attualmente collocati al diciassettesimo posto (ultimo posizionamento utile per disputare i playout) e distano tre lunghezze dal Cittadella, ad oggi salvo. Occhio però alle spalle: il Perugia di Fabrizio Castori, in caso di vittoria interna contro il Benevento già retrocesso, il grifo si garantirebbe la speranza di accedere allo spareggio salvezza. Fiducia che sarebbe dettata dalla convinzione di un probabile un eventuale passo falso della squadra di Daniele Gastaldello, al cospetto degli uomini di Corini, impegnati, a loro volta, nella spietata lotta che aprirebbe le porte dei playoff.
La bellezza della cadetteria è anche questa!
Spettacolo si, ma non per il Brescia. Squadra partita con l'ambizione di galleggiare nella parte sinistra della classifica e ritrovatasi alla fine della corsa con un serio rischio di retrocedere in Lega Pro. Il club del presidente sardo ci era andato vicino nel 2015 - quando si era classificato terzultimo - ed era stato ripescato in seguito al fallimento del Parma. Oggi potrebbe essere nuovamente il campo a decretare il verdetto, nella speranza (per il bene del calcio italiano) che la giustizia sportiva non debba intervenire su quanto stabilito dal rettangolo verde.
Perché il Brescia è in questa situazione?
—La sessione estiva di calciomercato, targata Perinetti, non è stata del tutto convincente. Per ragioni prioriariamente di bilancio, soprattutto in termini di esperienza, la squadra biancazzurra ha perso molto, dovendo salutare calciatori del calibro di: Chancellor, Spalek, Joronen, Donnarumma (definitivamente) e Pajac. Inserendo in seno alla rosa lombarda, calciatori giovani, prospetti con più incognite che certezze.
Tra i nuovi, Bianchi, Galazzi e Lezzerini si sono rivelati i più pronti, sia sotto il profilo tecnico che mentale. Jallow e Pace discrete alternative in retroguardia, la cui affidabilità è stata solo in parte testata (soprattutto il primo). Viviani non è salito in cattedra come ci si poteva realmente aspettare. Niemeijer poteva essere la lieta sorpresa, Pablo Rodriguez (prelevato a gennaio) è il diamante spacca partite preso dal Lecce, che dà molte garanzie in prospettiva, se valorizzato con cura e senza fretta.
Tra problemi extra campo e scelte scellerate, il presidente Massimo Cellino ha creato un'altra annata di confusione in quel di Brescia. Ben quattro cambi di guida tecnica e quattro allenatori sotto contratto. Da Josep Clotet ad Alfredo Aglietti, passando per la bandiera Possanzini fino alla carta della disperazione: Daniele Gastaldello, fido uomo del patron.
I percorsi di quattro allenatori esonerati
La stagione è iniziata con Josep Clotet in panchina. L'allenatore spagnolo, forgiatosi secondo i valori della scuola catalana ha cercato di inculcare il suo stile per una seconda volta in quel di Brescia dopo i buoni ricordi lasciati nel 2021
L'ex allenatore della Spal ha un'idea di proposta ben definita: un calcio d'attacco, di dominio, che deve sottomettere l'avversario, attaccare il più possibile e difendere con baldanza e coraggio. Questi sono i principi cardine della sua filosofia calcistica, i quali, specie all'inizio, hanno pure fatto breccia nelle menti e nelle anime dei calciatori biancazzurri. I risultati iniziali furono entusiasmanti: sei vittorie nelle prime sette sfide. Tredici gol fatti e sei subiti. Quindici punti, primo posto in Serie B e passaggio del turno in Coppa Italia.
La sconfitta per 6-2 al cospetto del Bari - al settimo turno del torneo cadetto - distrusse in mille pezzi un giocattolo che fino a quel momento era coeso e bello da vedere. Alla disfatta del 'San Nicola seguirono ben dodici partite, nelle quali si totalizzarono nove punti ed un eliminazione con lo Spezia al secondo turno della competizione nazionale ad eliminazione diretta. Tre sconfitte in quattro gare ed un identità tattica smarrita costarono ancora una volta la panchina a Clotet. L'attuale mister del Torpedo Mosca lasciò comunque la squadra al decimo posto, a due lunghezze dai playoff.
La curiosa parentesi Aglietti ed il rientro privo di fiducia di Pep
Alfredo Aglietti a Brescia è durato solo due gare, prima di lasciar spazio nuovamente a Josep Clotet. L'ex allenatore di Hellas Verona e Virtus Entella non è riuscito ad entrare in sintonia con la dirigenza biancazzurra e soprattutto con il carattere forte del patron. Il pareggio al debutto con il Palermo e la sconfitta senza appello in casa del SudTirol gli sono costate inaspettatamente la panchina.
Una pazienza ridotta ai minimi termini quella di Cellino, che riportò clamorosamente il mister catalano alla guida di un gruppo lasciato solo ventisei giorni prima. Clotet accetta, dunque non rinuncia. Ma il suo rimettersi in gioco non fu ancora una volta abbastanza: tre sconfitte in tre gare, otto gol subiti e uno solo fatto. Numeri horror che gli costarono il definitivo allontanamento dalle 'Rondinelle'.
Il crudele trattamento riservato ad una bandiera del club
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Davide Possanzini, ad inizio stagione vantava di un biennale per guidare la primavera del Brescia. Nel momento del bisogno, la società lombarda decise di promuoverlo a capo della prima squadra, garantendogli un premio in caso di salvezza. Questo l'unico accordo realmente pattuito e neanche in modo chiaro e definitivo.
Lo storico 'Possa' aveva accettato tutto questo per l’amore che prova verso la città lombarda e le 'Rondinelle', un club del quale è stato bandiera e capitano, dove ha totalizzato 190 partite ed ha siglato ben 58 reti. Un uomo dal cuore biancoazzurro liquidato dopo sole due partite con le imputazioni di: provare a dare un gioco alla squadra e di non aver metabolizzato qualche ingerenza in termini di gestione e scelte tecniche da parte del patron.. La gara con le streghe l'ultima prima di salutare la sua gente, a testa alta, anche senza punti raccolti.
L'ultima spiaggia chiamata Gastaldello
Con Gastaldello, ex vice allenatore di Clotet, il Brescia è tornato a guardare la classifica con umore leggermente differente. Con la giusta coesione di intenti, un gioco ritrovato ed una feroce motivazione, l'ultimo uomo fiches di Cellino ha ottenuto anche i risultati che hanno permesso a Bisoli e compagni di lottare per non retrocedere fino all'ultima giornata di campionato, in programma oggi.
Il Brescia visto nelle ultime dodici uscite è stato squadra. Nell’identità, nello spirito e nell’anima. Ordinato, compatto gagliardo. Solidale tra i reparti, concentrato ed equilibrato. Cattivo e voglioso di reagire e venirne a capo. Con i soliti limiti strutturali e la consueta pochezza tecnica. Comunque una squadra, capace di totalizzare ben quattordici punti. Comunque compatta e pronta alla lotta. Requisiti imprescindibili per tenere in vita le chance di salvezza fino all’ultimo giro d’orologio. Quello che scoccherà questa sera sul manto erboso del 'Renzo Barbera'.
La parola passa al campo, che sancirà insindacabilmente l'ultimo verdetto della regular season di Serie B.
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