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Serie C

Foggia, Rossi: “Accettai perché volevo allenare. Lecco? Scandaloso, mi manca…”

Foggia
Delio Rossi, ex tecnico del Foggia, ha rilasciato dichiarazioni sull'avventura in Puglia e sul suo passato
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Delio Rossi, ex tecnico del Palermo e del Foggia, ripercorre la sua avventura in rossonero con un'intervista rilasciata a La Casa di C. Di seguito le dichiarazioni:

CHIAMATA DEL FOGGIA -“Accettai quella sfida in primis perché Foggia per me non è come le altre squadre. Ha qualcosa di diverso. Mi chiamarono di fatto per dare tutto ai playoff. Ho accettato perché volevo fare ciò che so fare meglio, l’allenatore. La squadra era all’ottavo posto e io arrivai a fine marzo 2023, la prima partita fu il 2 aprile (1-0 contro il Messina, ndr). Ai playoff facemmo un percorso straordinario”. Ho avuto giocatori eccezionali che, devo dire la verità, andarono anche oltre le loro reali potenzialità”.

PARTITA CONTRO IL LECCO -“Perdemmo lì la finale. Fu uno scandalo, certi episodi furono davvero scandalosi”. Non furono così tanto presi in considerazione perchè eravamo il Foggia ed era la Serie C, quindi le cose sono volate via con molta tranquillità. Ma è chiaro che fattori extracalcitici indirizzarono quella finale, che fu decisa fondamentalmente nella gara di andata. Poi il ritorno fu una conseguenza. Cosa è mancato? Non è mancato niente, solo un po’ di fortuna. Io ho ringraziato tutti”.

ADDIO -Dovevo lasciare perché ero troppo coinvolto dal Foggia. Dormivo un’ora a notte e ho lasciato perdere tutti: amici, parenti, famiglia. Esisteva solo il Foggia, quindi capite bene come questi ritmi non potevo tenerli. Avevo accettato questa sfida perché sono legato a questa città, a queste persone. Mia moglie è di Foggia, ho molti amici stretti qui. Ma non potevo continuare, avrei lasciato anche in caso di Serie B“.

CALCIATORE DEL FOGGIA E ALLENATORE -“Ero bravo, un volitivo. Se mi schieravi avevi fatto una cosa buona e giusta anche se tecnicamente ero normale, discreto”.Avevo 23 anni, giocavo nel Foggia ma pensavo già ad allenare. Mi piaceva parlare con i giovani talenti anche se lo ero anche io (ride, ndr). “Una volta Zeman fu squalificato per alcune partite e la società scelse me. Tecnicamente c’era il vice, ma di fatto allenavo io”“Ho rubato qualcosa, certo. Chi fa questo mestiere prende sempre esempio da altri. Poi il tuo tocco lo devi avere. In alcune cose sono simile a lui, in altre no. Ci faceva sudare tanto, potrei stare ore a parlare di lui”.

ATTESA DI UNA CHIAMATA - “Di certo non mi strappo i capelli, né sono un leone in gabbia. Ma il campo mi manca”. Nella vita non so fare altre cose, soltanto allenare. Non posso reinventrami Imbianchino o muratore, so fare questo e basta. Quindi sì, certo che voglio tornare. A casa non mi annoio, mi godo la famiglia. Non sono disperato, ma serve una squadra che merita davvero la mia attenzione”.  “Mi hanno chiamato molti club, italiani ed esteri, ma non si è fatto più nulla. Non sarebbe giusto dire i nomi, perché c’è gente che sta lavorando già. E poi, non è andata in porto quindi staremmo qua a parlare del nulla”.

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