Il Lecco nel giro di cinque giorni ha conquistato sei punti contro Pisa e Palermo. Si è vista la mano del nuovo tecnico Emiliano Bonazzoli, che si è raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com. Di seguito l'intervista:
Serie B
Lecco, Bonazzoli: “Non pensavo di diventare allenatore. Impresa al Barbera…”
ALLENATORE - "Non pensavo di diventare un allenatore. Giocavo in prima categoria, il presidente mi chiese di allenare la squadra per provare a salvarla, non mi aspettavo il doppio salto dalla D alla B. Fondamentale è stato confrontarmi con Malgrati e lo staff che c'era prima. C'era bisogno di alzare l'asticella e compattare la squadra.Apprezzo il loro calcio. E non dimentico gli insegnamenti acquisiti negli anni tra i dilettanti".
CALCIATORE -"Non ero convinto di smettere. Dopo Cittadella non è arrivata nessuna offerta e ho iniziato ad allenarmi con una squadra di prima categoria. Intanto, giocavo anche con un gruppo di amatori”. “Serie C o dilettanti non contava, a muovermi era la passione per quel pallone. “Ho visto che i ragazzi ti seguono, diventa l’allenatore della squadra”. “Non avevo mai pensato a quel nuovo ruolo. È nato tutto per caso”. “Cercavo di portare quella che era la mia esperienza. Quegli anni mi hanno insegnato a rapportarmi con persone che oltre al calcio avevano tanto altro: il lavoro e la famiglia. Un approccio umano diverso”. Il dilettantismo e la panchina nel calcio femminile: “Situazioni che mi hanno arricchito. Ho compreso l’importanza di capire chi si ha davanti”.
RENATE - “Aimo Diana. Ero abituato a un calcio ‘vecchio’, fatto solo di schemi. Entrando nel suo staff, mi ha stravolto il modo di vedere il gioco. La visione degli spazi, la diversa intelligenza dei giocatori: ho imparato tanto. E seguo con attenzione Gasperini, Juric, Zanetti e Dionisi”. Non mi aspettavo il doppio salto alla B”.
FRACCHIOLLA - “Mi ha detto che stavano cercando Zaffaroni. Se non fosse andata in porto la cosa, avrebbe voluto puntare su un gruppo giovane con me e Malgrati.C’è stato molto lavoro con Andrea Malgrati e lo staff che c’era. Si è cercato di essere più squadra. Giorno dopo giorno è scattato qualcosa nei ragazzi”. Vedo la voglia di uscire da una situazione di difficoltà”. L’impresa del Barbera ancora negli occhi: “Ci abbiamo creduto. Prestazioni che danno coraggio”. Un ritorno a casa… velocissimo: “Avevamo l’aereo poco dopo. Panini, pullman e partenza”. Qualche partitella con i suoi giocatori? “No, un allenatore deve stare all’esterno per poter osservare tutto. E poi il fisico non regge più (ride ndr)”. Con qualche consiglio agli attaccanti: “Speriamo che portino a tanti gol”.
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