"In Italia siamo abituati a vederne di tutti i colori. È un metodo nuovo per la nostra realtà, che però ha presupposti vincenti all'interno del gruppo di Manchester. È normale che in un contesto così si lavori meglio per ottenere i risultati", così Giuseppe Iachini a proposito della conferma di Eugenio Corini sulla panchina del Palermo chiamato ad affrontare un campionato di vertice nel prossimo torneo di Serie B. L'ex tecnico rosanero ha rilasciato un'interessante intervista ai microfoni del noto quotidiano "La Gazzetta dello Sport". Ecco, di seguito, le sue dichiarazioni.
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Iachini: “Palermo punta in alto. Conferma Corini? Manchester ha presupposti vincenti”
IL PALERMO DI IACHINI- "Quanto al mio Palermo lo scoprimmo strada facendo che era forte: Vazquez era fuori rosa, Dybala un ragazzino, Belotti pure. In un impianto che era sceso dalla A, credo abbiamo valorizzato molti giocatori. Che è poi quello che ha fatto Corini: Brunori nell'unico anno in B è retrocesso segnando pochissimo, non era così scontato che fosse uno dei migliori attaccanti del torneo, il merito è anche del tecnico. Non dimentichiamo che c'erano anche altri giocatori con poca esperienza in questa serie".
GLI INNESTI- "Un mio vecchio allenatore diceva sempre "guarda che prendo l'almanacco'"e lo diceva sia ai giocatori che pensavano di essere già dei campioni, sia quando doveva valutare l'organico di una squadra. I curricula pesano su una stagione, nel saper vincere e nella gestione dei momenti difficili che ci sono sempre. Rinaudo, Bigon e Corini sanno già cosa servirà per migliorare la squadra e non da ora. Sarà un Palermo migliore che punterà in alto".
CAMBIO DI OBIETTIVO IN CORSA- "Eugenio ha fatto benissimo. Era normale visto che il Palermo era stato anche sesto, l'allenatore deve esser il primo a lanciare messaggi positivi, anche per responsabilizzare la squadra, stimolarla e capirne il livello. Altrimenti in prossimità della salvezza i giocatori si sarebbero rilassati".
FUTURO IACHINI- "Chi lo sa? Quest'anno ho rifiutato diverse proposte sia dalla A che dalla B, ho preferito andare in giro a studiare, soprattutto l'inglese, visto l'avvento di proprietà straniere, sono stato anche a Manchester da Guardiola. Non è un problema di categoria ma di qualità del progetto".
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