IL PALERMO DI IACHINI- "Quanto al mio Palermo lo scoprimmo strada facendo che era forte: Vazquez era fuori rosa, Dybala un ragazzino, Belotti pure. In un impianto che era sceso dalla A, credo abbiamo valorizzato molti giocatori. Che è poi quello che ha fatto Corini: Brunori nell'unico anno in B è retrocesso segnando pochissimo, non era così scontato che fosse uno dei migliori attaccanti del torneo, il merito è anche del tecnico. Non dimentichiamo che c'erano anche altri giocatori con poca esperienza in questa serie".
GLI INNESTI- "Un mio vecchio allenatore diceva sempre "guarda che prendo l'almanacco'"e lo diceva sia ai giocatori che pensavano di essere già dei campioni, sia quando doveva valutare l'organico di una squadra. I curricula pesano su una stagione, nel saper vincere e nella gestione dei momenti difficili che ci sono sempre. Rinaudo, Bigon e Corini sanno già cosa servirà per migliorare la squadra e non da ora. Sarà un Palermo migliore che punterà in alto".
CAMBIO DI OBIETTIVO IN CORSA- "Eugenio ha fatto benissimo. Era normale visto che il Palermo era stato anche sesto, l'allenatore deve esser il primo a lanciare messaggi positivi, anche per responsabilizzare la squadra, stimolarla e capirne il livello. Altrimenti in prossimità della salvezza i giocatori si sarebbero rilassati".
FUTURO IACHINI- "Chi lo sa? Quest'anno ho rifiutato diverse proposte sia dalla A che dalla B, ho preferito andare in giro a studiare, soprattutto l'inglese, visto l'avvento di proprietà straniere, sono stato anche a Manchester da Guardiola. Non è un problema di categoria ma di qualità del progetto".
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