serie a

Lazio, Diaconale al veleno: “Malagò non deleghi scelte al Governo. Cellino? Concezioni da Marchese del Grillo”

Arturo Diaconale commenta, attraverso un post pubblicato tramite la sua pagina Facebook, le parole di Malagò e Cellino relative alla possibile ripresa del campionato

Mediagol93

Arturo Diaconale rompe nuovamente il silenzio.

A pochi giorni dal lungo e discussissimo messaggio di replica al presidente delle Rondinelle Massimo Cellino, il portavoce della Lazio Arturo Diaconale, è tornato nuovamente a commentare le recenti parole rilasciate dal numero uno del Brescia e dal presidente del Coni Giovanni Malagò sulla possibile ripresa dei campionati: un argomento che nelle ultime settimane sta spaccando la Serie A, divisa tra pro e contro il ritorno in campo delle squadre.

"Auguri di pronta guarigione al presidente del Brescia Massimo Cellino che, rientrato nella sua città dopo aver passato la Pasqua con la famiglia in Sardegna ha scoperto di essere affetto da coronavirus. Auguri a lui ed ai suoi famigliari con l’auspicio di incontrarlo come sempre frizzante e combattivo quando, a campionato finalmente ripreso, la sua squadra verrà ospitata allo Stadio Olimpico. Gli auspici e gli auguri non sono in contraddizione con la considerazione che la sua richiesta di vedere interrotto e concluso il campionato a causa della propria malattia debba essere interpretata come una singolare pretesa: “Tutti fermi perché io sono malato”.

Cellino, comunque, non sembra essere il solo ad avere una concezione da Marchese del Grillo della propria persona. Una tendenza del genere sembra aver colto ultimamente anche il presidente del Coni Giovanni Malagò che, in una intervista, pur ribadendo di voler riconoscere l’autonomia del calcio, è intervenuto con tutto il peso della sua autorità di massimo rappresentante dello Sport nazionale, per sostenere che il campionato venga chiuso senza l’assegnazione dello scudetto, cioè con la cristallizzazione della classifica attuale.

Secondo il presidente del Coni una scelta del genere costituirebbe un grande segnale di ordine morale e l’avvio di una fase di profonda innovazione del mondo del calcio. Tanto più, sempre a stare alle parole di Malagò, che la sua è una proposta che gli viene sollecitata da tanta gente interessata a capire come potrà cambiare il mondo del calcio nel dopo-coronavirus.

Nell’impossibilità di sapere chi sia la gente che propone a Malagò di premere per la mancata assegnazione dello scudetto e quindi dell’individuazione di chi dovrà retrocedere e chi andare in Champions League, una domanda sorge spontanea. Ma a chi spetta disegnare il futuro dello sport italiano dopo il coronavirus se non al presidente del Coni ed a tutti i principali operatori dei tanti settori sportivi e di quelli del calcio in particolare (dato che il calcio è il motore economico dell’intero comparto?). Speriamo che Malagò non pensi di delegare questo compito ad un governo che ha colori amici, ma che mai come in questo momento sembra avere la necessità di appoggiarsi ai tecnici ed ai competenti!".