Prosegue l'emergenza sanitaria globale legata alla diffusione del Coronavirus.
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Sampdoria, Ferrero non ci sta: “Tornare a giocare? I calciatori non sono macchine. Immaginate Gabbiadini…”
Le dichiarazioni rilasciate dal presidente della Sampdoria: "Perché non troviamo una strategia comune? E mi spingo oltre, una strategia mondiale"
In Italia, dall'inizio dell'epidemia, 110.574 persone hanno contratto il COVID-19, 4.782 in più nelle ultime 24 ore secondo l'ultimo bollettino diramato nella giornata di ieri, mercoledì 1 aprile, dalla Protezione Civile. Di queste, 13.155 sono decedute e 16.847 sono guarite. Attualmente, dunque, i soggetti positivi sono 80.572. Una situazione complessa e drammatica che ha sconvolto la quotidianità dei cittadini italiani e non.
Intervistato ai microfoni de 'Il Secolo XIX', anche il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, ha raccontato come sta vivendo tale emergenza. "Subito nessuno ha dato troppo peso a questo nemico invisibile e sottile, io invece avevo sempre detto che sarebbe cambiata un’epoca. Noi oggi stiamo tutti a casa, rispettiamo le regole, continuiamo a essere invasi dalle brutte notizie ma la gente non ne può più. Sarebbe utile, ripeto utile, capire che è arrivato il momento di fare riforme profonde per cambiare l’Italia. Pensare al dopo. Qui tante famiglie hanno finito i soldi, non mangiano, e lo stato non può limitarsi ai 100 euro di bonus. Devono stampare dei soldi. Smetterla con quei soliti teatrini politici, tu sei bravo... tu no... andare dalla D'Urso... andare da Vespa... Si vedano da altre parti, senza tv, per preparare l’Italia che verrà. Bisogna dare una mano alle imprese che non ce la fanno, ma anche a quelle che non ce la facevano prima, volevano rilanciarsi e adesso sono defunte", sono state le sue parole.
IL CALCIO -"E il calcio? Stesso discorso. Questo dramma deve dare il via alla ricostruzione. Le venti squadre di Serie A sono un po’ come la confindustria del pallone, anziché continuare a passare ogni giorno ore in call conference senza cavare un ragno dal buco perché non troviamo una strategia comune? E mi spingo oltre, una strategia mondiale. Invece ognuno dice la sua: io voglio giocare per lo scudetto, io per non andare in B. Giocare... capite? Giocare. Immaginatevi Gabbiadini, avuto il coronavirus, si è ripreso da poco e devo dirgli magari che a maggio si torna in campo. Non è una macchina, che è spenta e la riaccendi. E che testa avrà per giocare? E poi chi ci andrà allo stadio? La gente? E come, con le mascherine? Basta parlarsi addosso. Affrontiamo questo momento con testa e dignità", ha concluso Ferrero.
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