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Palermo, rivoluzione rosanero: cambio di marcia e strategia, l’analisi sul mercato

Mediagol ⚽️

di Leandro Ficarra

Il primo scorcio della sessione estiva è targato Castagnini-Zavagno, con Silvio Baldini che è rimasto in sella insieme al dirigente dimissionario fino allo scorso 27 luglio. Il mercato del Palermo parte in sordina, complice la faticosa ricerca di un punto di convergenza tra la visione del binomio tecnico-dirigenziale toscano ed il management della holding inglese di proprietà araba. Posizioni diverse su conferme, prolungamenti e contrattuali di giocatori reputati centrali nel progetto tattico di Baldini ma non altrettanto indispensabili dalla nuova anima della società.

Al netto delle dichiarazioni di prassi, albergava tra le parti la reciproca consapevolezza di un equilibrio labile e precario,  di un rapporto professionale protrattosi sulla base di contingenze, tempi stretti e consenso popolare, non certo fondato sulla salda consapevolezza di poter condividere un progetto imperniato su valori e linee guida comuni. Tra incomprensioni, confronti a muso duro e farraginosi iter burocratici, il divorzio tra Baldini, Castagnini ed il Palermo targato City Football Group era nell'aria. Nello scorcio gestito dall'ex Responsabile del settore giovanile della Juventus arrivano Pigliacelli, Elia, Sala, Nedelcearu, Stoppa, Pierozzi e Devetak.Salutano Pelagotti, Odjer, Dall'Oglio, Felici e Marong. Gli acquisti a titolo definitivo di Damiani e Brunori le operazioni più significativi della breve appendice di Castagnini nel capoluogo siciliano. 

Buon lavoro del dirigente toscano nel primo biennio. Eccellente strategia e gestione nella stagione precedente, in relazione a contingenze avverse e budget risicato. In tandem con Baldini e la squadra, Castagnini ha costruito un'impresa sportiva focale per il valore tecnico ed il peso specifico in chiave futura per la storia del club. Ingiudicabile l'operato di ds e allenatore, da separati in casa con l'azionista di maggioranza, all'alba dell'attuale stagione. Discutibili tempi e modalità del travaglio che ha portato entrambi, meritevoli comunque di riconoscenza e gratitudine, al drastico passo indietro.

Strepitoso il lavoro svolto dal tecnico di Massa. Un capolavoro unico ed indimenticabile. Sul piano tattico, motivazionale e psicologico. La sua concezione romantica, rurale e di pancia del calcio, fatta di alchimie emotive e spirituali, ha spinto il suo gruppo ben oltre i propri limiti strutturali. Gestione tanto coinvolgente e affascinante quanto bizzarra, selvaggia ed imprevedibile. Impossibile da conciliare con il mood protocollato, ponderato e perimetrale, incentrato su rigidi criteri programmatici e aziendali, alla base della filosofia della nuova proprietà. L'epilogo era già scritto. Lenta agonia di una storia professionale ed umana, intensa e bellissima, una favola che avrebbe dovuto scrivere ragionevolmente il suo lieto fine lo scorso 12 giugno.

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