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PALERMO

Palermo, Mirri: “Ferrero? Quel genere di personaggi li abbiamo già visti”

Il presidente del Palermo, Dario Mirri, in conferenza stampa (Credit Palermo FC, 2021)

Il pensiero senza filtri di Dario Mirri su presente e futuro del Palermo espresso nel corso dell'incontro con il comitato di tifosi "Amici Rosanero" in rappresentanza dell'azionariato popolare

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Dario Mirri ed il futuro del Palermo. Nell'ambito di un confronto tenutosi in streaming con "Amici Rosanero", comitato di tifosi ed al contempo soci del club con una quota minoritaria secondo la logica dell'azionariato popolare, il presidente della società di proprietà di Hera Hora ha illustrato senza filtri condizione attuale, propositi e preoccupazioni in vista della prossima stagione calcistica.  La possibile cessione del club ed i potenziali acquirenti della società rosanero tra i temi maggiormente dibattuti, un aspetto su cui l'imprenditore pubblicitario ha provato a fare chiarezza.

"Non ho fretta di vendere il Palermo per il centro sportivo? Non è così - afferma Mirri - Io non vedo l'ora di andarmene! Il mio desiderio è tornare a fare il tifoso e ora direi 'Ma chi me l'ha fatto fare?'. Sono rimasto solo. Ho chiesto al sindaco di pubblicare le offerte di Ferrero e degli altri partecipanti per dimostrare che ho acquistato il Palermo con merito. L'autorizzazione dai diretti interessati però non è stata data. Ed io so che non hanno dato quest'autorizzazione perché non c'era nessuna offerta o progetto".

"Nessuno mi ha regalato niente - ha detto Mirri - Orlando ha fatto una ‘furbata’: la mia famiglia lavora qua da cinquat'anni e il sindaco sa bene che noi non faremo mai fallire il Palermo. Non ce lo potremmo permettere. Se arrivava non so... l'arabo, Ferrero, che quello è romano, va a Geova, scende qui... io non lo so, sarà il miglior imprenditore del mondo, ma non mi pare che a Genova, come leggo sui giornali, che lo amino troppo oppure che la società non abbia qualche guaio. Poi lui a parole è bravissimo, è un fenomeno, è divertente, va in televisione, beve, mangia, fa tutto, ma voglio dire allora li avevamo già negli ultimi anni. Quel genere di tipologia di carnevale, di circo, l'abbiamo vista".

"Perché ci tenevamo gli arabi che ci mandò Zamparini negli ultimi anni, che poverino lui non c'entrava niente, però sta gente arrivava. Baccaglini, Facile, ora non me li ricordo tutti, ma fino a Tuttolomondo li abbiamo accolti tutti. Li abbiamo abbracciati, ce li siamo fatti piacere, abbiamo sperato che fossero i nostri salvatori. E aspettavamo, aspettavamo e aspettavamo... Se noi crediamo che ci siano 10.000 persone che mettano a disposizione un capitale per la società,  facciamolo già da domani! Noi abbiamo vinto il bando grazie al nostro progetto e perché gli altri hanno fatto offerte più scarse delle nostre".

"Da tifoso - spiega il Presidente - penso che il problema sia una somma di piccoli errori. Se l'errore è stato scegliere di non fare amichevoli, allora bisogna andare a monte. Quando ad aprile 2020 è stata programmata la nuova stagione non c'erano i protocolli anti covid che vietavano le amichevoli senza tampone ecc. Tutto quel protocollo è arrivato ad inizio agosto, periodo in cui la Federazione ha detto che le amichevoli si potevano fare solo tra squadra professionistiche, ma noi già eravamo a Petralia. Abbiamo provato ad organizzare ma era complicato. Quest'anno queste norme non ci sono, ma per evitare questo errore ce ne stiamo andando lontano dalla Sicilia. Purtroppo, comunque, non credo sia stato solo questo il nostro errore".

"La nostra organizzazione aziendale da oggi sarà più delegata - dice il socio di maggioranza - E' necessario dare responsabilità più dirette anche in caso di mancanza d'esperienza. Sto cercando di sfruttare il mio team nel miglior modo possibile provando a coinvolgere soci e tifosi. Bisogna aprirsi alle nuove risorse: tifosi e competenze che abbiamo in casa, così come faremo con la comunicazione dando più responsabilità al nostro capo della comunicazione".

"Se faremo un mercato da squadra di C? La risposta è sì. L'anno scorso io dissi in tempi non sospetti che avevo avvertito che la squadra fosse stata formata da tanti giocatori che provenivano dalla Serie B, ma che non era scontato vincere soltanto per questo motivo. A questa squadra non è mancata la qualità o il gioco, vi sono sempre stati altri problemi. Serve conoscenza, cattiveria e fisicità" ha concluso Dario Mirri.

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