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Palermo, l’ex Carrozzieri: “Col City Group si può sognare. Corini? Dico la mia”

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Le dichiarazioni di Moris Carrozzieri, ex calciatore del Palermo, a proposito della stagione appena conclusa dai rosanero
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Tre stagioni passate al Palermo per Moris Carrozzieri, con sole 24 presenze totali accumulate, a causa della squalifica scontata per un caso di doping. La carriera del difensore nativo di Giulianova, divenuto comunque un idolo dei tifosi rosanero per grinta e passione, è stata costellata da infortuni e problematiche varie, fino al ritiro avvenuto nel 2013.

Da sempre vicino al Palermo nei momenti più importanti del club, come la rinascita e la promozione in Serie B dello scorso anno, Carrozzieri ha rilasciato una lunga intervista proposito della stagione appena conclusa. Intervenuto alle colonne de "Il Giornale di Sicilia", l'ex centrale abruzzese si è soffermato in primis sull'operato di Eugenio Corini e sul mancato piazzamento ai playoff:

"Seguo la squadra, anche se non ho potuto vedere tutte le partite. Questa stagione è stata deludente, quando sei a Palermo non puoi pensare di non fare i playoff, non siamo una squadra qualunque. Quando vieni a Palermo non puoi non puntare agli spareggi. Corini? Non poteva fare più di tanto, la squadra è questa e le caratteristiche sono queste. Lui è una persona straordinaria e seria ma non poteva fare miracoli. Non ho visto cattiveria, in campo deve essere una guerra. Ho visto dei giocatori entrare in area indisturbati. Quando prendi 49 gol c’è per forza qualcosa che non va. Non ho visto quella cattiveria agonistica di non subire reti a tutti i costi. Gli avversari andavano in porta facilmente; è serie B non Eccellenza o Promozione".

Parole al miele e di speranza poi per il progetto City Football Group. Come dichiarato dallo stesso Ad rosanero, Giovanni Gardini, dopo l'anno di transizione adesso è "il momento di essere competitivi per la Serie A". Carrozzieri si mostra ottimista per il futuro del Palermo, in mano alla holding guidata dallo sceicco Mansour:

"Stiamo parlando del presidente del Manchester City, ha potenzialità. Ma bisogna vedere se il 95% di queste le vuoi mettere nella prima squadra e il 5% nelle altre squadre. La Champions un giorno? Secondo me sì, bisogna vedere che progetto hanno. Loro sanno che portare il Palermo tra i grandi non è la stessa cosa che portare il City tra i grandi. In Inghilterra il fatturato è molto più alto. Basta vedere che prima i giocatori inglesi più forti venivano in Italia e ora è il contrario, qui non ci sono risorse. Il Palermo ha un bacino d'utenza straordinario, devono rendersi conto di questo, però loro non vivono la città e non vivono l'ambiente. Fanno le figurine, però se solo spendessero un terzo del loro patrimonio sarebbe serie A senza discussioni. Dall'anno prossimo non si può più scherzare. Carletto Mazzone diceva 'puoi sbagliare la moglie, puoi sbagliare tutto ma non l'attaccante'. La società deve avere un progetto e dire 'cosa facciamo col Palermo?'. Non è né il Sudtirol né il Pontedera, nella scelta dei giocatori i rosanero devono essere la prima opzione per la proprietà"

Chiosa finale dell'ex difensore del Lecce il proprio passato con la maglia rosanero, dall'Europa League al legame forte con i compagni:

"Quando mi chiamò Foschi ero contentissimo, una persona fantastica. Per venire in Sicilia ho rifiutato Udinese e Napoli. Non mi importava nulla, volevo solo il Palermo. Prima di essere calciatori eravamo uomini. Eravamo 20 italiani e 6 stranieri, avevamo lo zoccolo duro. Io, Liverani, Migliaccio, Miccoli, Balzaretti e Nocerino; eravamo giocatori che sudavano in campo, se oggi ci metti in Serie A vinciamo lo scudetto. Esultanza con Miccoli? Ricordo che lo sollevavo su, era bello. Lui lo sento ogni giorno, siamo amici di famiglia"