Cambiando l'ordine dei fattori il prodotto non cambia. l'edizione odierna del Giornale di Sicilia evidenzia come l'auspicato cambio di marcia in casa Palermo dopo il cambio di guida tecnica non si sia di fatto verificato. Il passaggio al 3-5-2 e gli accorgimenti tattici varati da Mignani alla ricerca di equilibrio e maggiore solidità in fase difensiva non hanno sortito i frutti sperati, né consentito alla squadra rosanero di superare i problemi che hanno avversato il percorso di Brunori e compagni in questa altalenante e controversa stagione. Gestione del vantaggio, crolli o blackout nei secondi tempi, vulnerabilità del pacchetto arretrato che sembra perpetrarsi, nonostante le diverse dinamiche dei gol subiti nel corso della nuova gestione tecnica. Contro Sampdoria e Cosenza, seppur avanti all'intervallo, la squadra di Mignani non è stata in grado di chiudere i conti né di blindare il punteggio acquisito, subendo reti oggettivamente evitabili e frutto di errori individuali. Contro la Reggiana è arrivato addirittura il ribaltone emiliano, con la squadra di Nesta capace di raggiungere e poi superare nei primi venti minuti della seconda frazione un Palermo che era andato al riposo in vantaggio grazie alla magia di Brunori. Sussiste un problema di matrice psicologica, figlio di una paura latente alimentata dalla sequela di svarioni e rimonte subite dalla formazione siciliana. Preoccupa anche la fragilità nel difendere su palla inattiva: quattro dei cinque gol subiti dal Palermo nel nuovo corso nascono da calci piazzati o sviluppi immediatamente susseguenti. Concentrazione, ingenuità o difetto in sede di marcatura, il Palermo continua a prendere troppi gol per nutrire concrete ambizioni di vertice. Mignani deve fare i conti anche con una fase offensiva asfittica e prevedibile, nonostante manifestasse grosse lacune in termini di coesione ed equilibrio il Palermo di Corini arrivava con molti uomini ed una certa facilità nell'area avversaria, riuscendo a creare molte occasioni da gol ed una cospicua produzione offensiva. Patrimonio dissoltosi con il nuovo assetto tattico e l'interpretazione conservativa dei match figlie del cambio di allenatore. Toccherà a Mignani trovare in fretta la chiave giusta per ritrovare autostima, identità e compattezza in vista di finale di regular season e playoff.
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