Nessun accordo in prossimità di essere definito per la cessione del Palermo FC del patron, Dario Mirri ad un gruppo imprenditoriale statunitense la cui figura di riferimento sarebbe un uomo d'affari americano di origini siciliane. La notizia circolata sul web e rimbalzata freneticamente in queste ore risulta, allo stato attuale, destituita di ogni fondamento, secondo le verifiche minuziosamente effettuate dalla redazione di Mediagol.it.
CESSIONE PALERMO
Palermo, futuro del club: nessun accordo per la cessione con un gruppo americano
Dario Mirri non ha mai celato di contemplare di buon grado l'ipotesi dell'ingresso di nuovi soci investitori in seno al club rosanero, ma non esiste al momento nessuna intesa definita per la cessione del Palermo ad un gruppo americano
Dario Mirri, attuale socio di maggioranza e presidente del Palermo di proprietà di Hera Hora, non ha mai fatto mistero di contemplare di buon grado l'ipotesi dell'approdo di nuovi potenziali investitori in seno al club rosanero. Soggetti imprenditorialmente affidabili, possibilmente facoltosi, eticamente irreprensibili, in grado di rilevare parte del pacchetto azionario o addirittura di acquisire per intero il controllo della società di Viale del Fante.
Eloquente in tal senso, la scelta di conferire l'incarico di vagliare e filtrare eventuali offerte, in qualità di advisor, alla prestigiosa e qualificata Banca Lazard, realtà finanziaria americana tra le più attive e consolidate su scala mondiale nell'ambito della consulenza aziendale, specializzata nel gestire e coordinare operazioni di fusione, acquisizione e compartecipazione di imprese.
Tema che è tornato prepotentemente d'attualità dopo il diritto di recesso esercitato dall'ex vicepresidente del Palermo, Tony Di Piazza, con l'immobiliarista italoamericano che ha deciso di farsi da parte in seguito a divergenze di vedute insanabili con Dario Mirri e l'attuale amministratore delegato, Rinaldo Sagramola. Il riverbero rovinoso della pandemia da Covid-19 ha chiaramente creato una serie di criticità economiche non indifferenti, fattori che hanno stravolto programmi originari e bilanci previsionali, complicando non poco il quadro iniziale a causa del drastico ridimensionamento degli introiti legati a sponsorizzazioni e botteghino. La società ha stretto i denti e tenuto botta nella scorsa stagione, riuscendo a far fronte ai costi di gestione, mantenendo fede agli impegni e programmando in modo oculato l'annata appena cominciata sotto il profilo tecnico e manageriale.
L'ingresso del CDA di un profilo di pregiato lignaggio come Antonello Perricone è una mossa funzionale ad innescare un processo di ottimizzazione relativo a risorse e sviluppo in seno al club. Pietra miliare nell'ambito di un riassetto organizzativo, insediatosi con il chiaro fine di intraprendere un percorso virtuoso di patrimonializazione, legato principalmente a centro sportivo e restyling dello stadio, che possa conferire solidità al club e attrarre nuovi investitori.
Nonostante la stima sul valore del club effettuata dalla Price Waterhouse Company, non sussiste convergenza sulll'effettivo ammontare delle quote di pertinenza di Tony Di Piazza e la querelle tra il presidente rosanero e l'ex consigliere di amminstrazione della società avrà una coda giudiziaria. Il prossimo 21 settembre il Tribunale di Catania si pronuncerà in merito alla richiesta di sequestro conservativo dei beni di Hera Hora avanzata dal team di legali dell'italoamericano.
Al netto del palesato interesse da parte dell'attuale patron della Sampdoria, Massimo Ferrero, mai tenuto in concretamente considerazione da Dario Mirri, l'unica proposta recentemente filtrata dal noto advisor statunitense per acquisire il Palermo FC è trapelata mediaticamente una decina di giorni fa.
Come ribadito dal comunicato diramato nei giorni scorsi dalla Follieri Capital Limited, un'offerta per l'intero pacchetto azionario del club rosanero, tramite il fondo americano BPM Global Investment LLC, è stata presentata alla Banca Lazard qualche settimana fa (circa 12 milioni di euro) con l'ex Ad di Catania, Genoa e Palermo, Pietro Lo Monaco, oggi dirigente dell'ACR Messina, in qualità di figura manageriale di riferimento.
Proposta che non è mai stata oggetto di valutazione da parte degli stati generali rosanero e sul cui epilogo sussistono versioni discordanti. La Holding che fa capo all'imprenditore di San Giovanni Rotondo ha fatto sapere di aver fissato un termine temporale perentorio, poi disatteso dal Palermo, entro il quale ricevere di una risposta (LEGGI QUI). Secondo quanto sostenuto dalla proprietà di Viale del Fante, la proposta di Follieri non avrebbe superato gli step di verifica preliminare effettuata dalla Banca Lazard, presupposto imprescindibile per intavolare qualsiasi bozza di negoziazione con potenziali interlocutori interessati alla cessione del club.
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