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Cessione Palermo, Follieri ci riprova: Lazard non dà il via alla trattativa

Cessione Palermo, Follieri ci riprova: Lazard non dà il via alla trattativa

Il nuovo interesse a rilevare l'intero pacchetto azionario del Palermo arriva da un gruppo straniero, con consulente Pietro Lo Monaco, guidato da Raffaello Follieri

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"A volte ritornano, ma con gli stessi esiti di sempre". Apre così l'edizione odierna del "Giornale di Sicilia", che punta i riflettori sulla possibile cessione del club rosanero. Nei mesi scorsi, il presidente del Palermo Dario Mirri ha deciso di dare mandato alla banca d’affari Lazard per vagliare eventuali offerte e filtrare le varie manifestazioni di interesse, creando le premesse per un futuro riassetto societario.

Il nuovo interesse a rilevare l'intero pacchetto azionario del Palermo arriva da un gruppo straniero, con consulente Pietro Lo Monaco, guidato da Raffaello Follieri. Il noto imprenditore originario di Foggia, che già in passato aveva provato per ben due volte ad acquistare le quote dell'U.S. Città di Palermo, avrebbe presentato un'offerta alla banca d'affari. Tuttavia, da Lazard "non è arrivato alcun via libera alle trattative", si legge. Follieri ha conosciuto Lo Monaco quando ha provato ad acquistare il Catania.

Nel dettaglio, l’offerta sarebbe stata inoltrata lo scorso 5 agosto dalla Intense Sports Srl, società non ancora costituita, i cui soci sono la Follieri Capital Limited e la Bpm Global Investments Llc, che fa riferimento ad un certo Hunter Fegans. "È proprio dalla Bpm che arriverebbero 'per intero' i capitali per l’operazione", prosegue il noto quotidiano. Dodici milioni di euro, di cui cinque di "disponibilità di cassa liquide che la società Palermo Football Club S.p.A. oggetto di cessione dovrà avere nei propri depositi il giorno dell’atto di trasferimento". In totale, inoltre, "si prevede di stanziare 15 milioni di euro di capacità per la proposta di acquisizione del Palermo".

Le garanzie sui capitali della Bpm non sarebbero state presentate con una lettera di patronage proveniente da una banca, ma allegando alla proposta una dichiarazione firmata da Robert Masud, fondatore dello studio legale Masud&Co, che affermerebbe che la Bpm dispone di oltre 447 milioni di dollari tramite un "family office". La Bpm avrebbe sede in Texas e sarebbe registrata secondo le leggi del Delaware, "nonostante un evidente errore di battitura nel nome dello stato americano". Inoltre, negli archivi ufficiali online è sì presente una società con lo stesso nome, ma con un diverso numero di registrazione (4627898 e non, come scritto nel documento, 86-2181016).

Lazard, intanto, starebbe valutando altre due offerte giunte al tavolo dei consulenti.

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