L'EDITORIALE

Palermo, ecco Mignani: gavetta in D e C, 4-3-1-2 pragmatico e sogno A con il Bari

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"Se non puoi vincere una partita, non devi perderla". Questo uno dei tanti concetti espressi da Michele Mignani nel corso della sua seconda vita calcistica. Realisticità, praticità e concretezza. I dogmi principali, da sommare al forte legame tra il nativo di Genova e il 4-3-1-2. Spartito di una squadra battagliera, combattiva, coraggiosa, forte moralmente e qualitativa. Si descrive così una squadra tipo di Mignani, che bada al sodo e punta a perdere e prenderle il meno possibile. Vuole organizzazione e compattezza tra i reparti, cosa mancata per molto tempo al Palermo. Resta da capire se ed in quanto tempo, riusciremo a vedere la sua mano sulla compagine rosanero, sempre più bisognosa di una guida forte, autorevole, di poche parole e di grandi fatti. Voce al campo!

Ma prima, proviamo a formulare le ipotesi più plausibili al vaglio del tecnico classe 1972, che potrebbe puntare sul suo 4-3-1-2, che può diventare all'occorrenza 4-3-2-1.

Davanti a Pigliacelli, Lucioni e Ceccaroni comporrebbero ancora una volta il tandem di centrali difensivi; mentre Diakité e Lund/ Aurelio agirebbero da esterni bassi sulle rispettive corsie. Gomes o Stulac, nelle vesti di playmaker, guiderebbe un centrocampo completato dagli intermedi Segre e uno tra Vasic, Henderson e Coulibaly, in attesa del recupero di Ranocchia. In avanti, Di Francesco o Insigne farebbero i trequartisti, alle spalle di un tandem offensivo composto da capitan Brunori e uno tra Mancuso e Soleri.

 

 

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