SERIE B

Cosenza-Palermo 3-2: rimpianti rosa: Brunori fa il bis ma sbaglia il rigore del pari

Palermo rimontato dal Cosenza: doppietta Brunori che sbaglia il rigore del pari

Mediagol ⚽️

Palermo

Una sconfitta rocambolesca, certamente evitabile, figlia di una prestazione nelle intenzioni propositiva e generosa, ma costellata da macroscopici errori in fase difensiva. Il Palermo torna dal Marulla con senza punti e con tanti rimpianti, al netto del calcio di rigore fallito da Brunori che avrebbe potuto regalare in extremis il pari alla formazione di Corini. Forse per un pizzico di presunzione, più verosimilmente per la voglia di strafare, la compagine rosanero ha smarrito in Calabria solidità, accortezza sul piano tattico e pragmatismo che avevano caratterizzato le ultime uscite in campionato. Dimenticando troppo in fretta lacune e limiti strutturali alla base del tormentato avvio di stagione, prima del doppio successo consecutivo contro Modena e Parma.

Troppe volte la squadra si è allungata, perdendo distanze, densità e compattezza tra i reparti, esponendosi inopinatamente alle ripartenze degli uomini di Viali e palesando i limiti di una retroguardia non certo imperforabile per valori individuali, se non adeguatamente schermata e protetta. Sovente sfilacciato e con il baricentro fin troppo pronunciato in avanti, il Palermo non ha evidenziato intensità, determinazione e livello di concentrazione sufficienti a ottenere un risultato positivo. Sciogliendosi come neve al sole, per imperizia dei singoli ed approssimazione collettiva, nei momenti topici del match. Nonostante qualche impaccio di troppo sulle corsie, con Mateju e Devetak apparsi subito in chiara difficoltà, i rosanero avevano anche costruito magistralmente la trama del provvisorio vantaggio. Verticalizzazione di Gomes, sponda dolce di Di Mariano, taglio e zampata letale di Brunori a punire una retroguardia di casa a dir poco rivedibile. Un gol dal peso specifico inestimabile in chiusura di prima frazione, che andava difeso con ben altra cautela, attenzione e vigore per chiudere avanti all'intervallo. Invece, complice disordine e pressapochismo nella copertura del campo, la compagine di Corini si faceva sorprendere disarticolata in pieno recupero da una sgroppata di Rispoli a campo aperto, e lasciava Florenzi totalmente libero di concludere a rete sul palo opposto, con l'esterno basso di ruolo in ritardo e nessuno a chiudere la diagonale. Un pari che cambiava l'inerzia psicologica del match in avvio di ripresa. Poca cattiveria nel contrasto che liberava Rigione, fortuitamente servito dal tiro sporco di Voca, susseguente alla respinta aerea di Mateju su corner da  destra. La capacità di trovare immediatamente il pareggio, sempre su corner, grazie alla torre di Nedealcearu per la testa di bomber Brunori. Con ancora mezz'ora da giocare, al Palermo è mancata l'astuzia e la cattiveria di congelare il ritmo e serrare gli spazi, annacquando gli ardori di un Cosenza che spingeva a tutta, concedendo per buoni tratti il fianco agli uomini di Corini, alla ricerca di una vittoria che desse ossigeno alla sua classifica. Topica inspiegabile quella che, per un difetto di comunicazione o un calo di tensione, lasciava D'Urso totalmente libero di incunearsi sul versante destro dell'area e calibrare il cross per la testa di Larrivey. Un gioco da ragazzi per l'ex Cagliari, anch'egli spoglio da marcatura sul secondo palo, battere Pigliacelli. Segre afiora il pari con un bel destro da posizione defilata che esalta l'istinto di Marson. Corini giocava quindi le carte Vido e Saric per Marconi e Segre, varando un 3-5-2 dalla marcata vocazione offensiva. La reazione rosa c'è sul piano caratteriale, la manovra si sviluppa in modo lineare ed a tratti anche incisiva, ma manca lucidità e precisione in sede di rifinitura nel momento decisivo. Il Cosenza si abbassa e serra i ranghi, diviene sempre più difficile per gli ospiti trovare tempi e spazi per scalfire la densità degli uomini di Viali. Damiani e Floriano, per Gomes e Broh, sono le ultime opzioni di Corini per infondere fosforo ed estro, nell'auspicio di trovare uno spiraglio nel traffico della maglie calabresi. La giocata potenzialmente decisiva il Palermo riesce anche a trovarla. Il cross di Valente è perfetto, la torsione aerea di Vido impatta il gomito di Rigione. Il check del Var culmina nel calcio di rigore decretato da Gualtieri. Brunori, stavolta, non tiene fede alla sua fama di implacabile cecchino. Forse con gambe e testa zavorrate da umana e fisiologica tensione, il bomber rosa calcia troppo debolmente, Marson intuisce e blinda il successo dei suoi.

Il rammarico in casa Palermo va ben oltre gli undici metri che separano l'italobrasiliano dalla tripletta personale che avrebbe sancito il pari. A qualche progresso, in termini di armonia ed incisività, nello sviluppo delle trame offensive, fanno da contraltare troppi errori, tecnici, di lettura complessiva e di reparto, nella fase di non possesso. Svarioni  fatali che fanno il paio con vizi di attenzione, intensità agonistica e mentale, incapacità di interpretare e gestire i momenti topici del match.

 

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