In vista del match tra Cittadella e Palermo, in omaggio alle capacità del direttore generale Stefano Marchetti, capace di gestire ad alti livelli un piccolo club veneto, riproponiamo l'editoriale pubblicato dalla nostra redazione l'anno scorso (attualizzato).
SERIE B
Cittadella, plus Marchetti: identità, giovani e stabilità, Dg griffa un progetto top
Cittadella è casa mia, so quello che serve per continuare a competere a certi livelli. La promozione in serie A? Ci penso, ma non è un’ossessione: se arriverà, arriverà attraverso un percorso, arriverà alle nostre condizioni, lavorando da Cittadella. La prima cosa è quella di essere consapevoli della nostra dimensione: qui non arriverà mai la punta da 300mila euro l’anno, perché c’è un tetto salariale che rispettiamo e che fa parte del nostro modus operandi". Queste le parole del direttore generale del Cittadella Stefano Marchetti, intervenuto l'anno scorso ai microfoni di Corriere del Veneto. Leggendo tra le righe è semplice comprendere come vi sia una profonda visione dietro quanto esposto dal polo dirigenziale granata, un qualcosa che va oltre le semplici parole di facciata. Si nota con incredibile agevolezza la prospettiva, quella che ci dovrebbe essere una bussola nel modus operandi di ogni uomo di calcio, e che purtroppo, spesso viene a mancare in tante società. Quelle che fanno del nostro calcio, in particolar modo quello cadetto, un mondo labile in cui è troppo facile distruggere ed esageratamente complesso costruire. Il Cittadella però, è la piacevole eccezione che conferma l'infausta regola.
Marchetti ha dimostrato negli anni di coordinare e sincronizzare al meglio i vari ambiti all'interno del club veneto, riuscendo a coniugare aspetti gestionali ed amministrativi con quelli tecnici e sportivi, centrando obiettivi economici e strettamente di campo, scoprendo e valorizzando prospetti sconosciuti, poi divenuti importanti nel panorama calcistico nazionale. 19 anni di gestione consecutivi, uomo di fiducia della famiglia Gabrielli, proprietaria del Cittadella e asse centrale nel progetto del club. Riferimento imprescindibile dell'area tecnica, collante e filtro tra calciatori e società.
Una visione costituita da oculati e morigerati investimenti, fervido ed illuminato scouting nei settori giovanili, conformità totale al progetto tecnico scelto e al credo calcistico dell'allenatore selezionato.
GIOVANI E CALCIOMERCATO
Christian Kouamé è stata certamente una delle intuizioni di mercato più brillanti nella parabola professionale di Stefano Marchetti. Un talento classe 1997 intravisto e ben presto ingaggiato per quanto dimostrato nelle giovanili dell'Inter nella stagione 2015-2016, dopo aver affrontato un duro periodo di ambientamento in Lega Pro con il Prato, squadra detentrice del suo cartellino. Il Cittadella decise di prelevarlo, all'alba della stagione 16/17 per inserire in seno all'attacco un giovane prospetto dalle buone doti tecniche, dalla grande velocità divenuta con il tempo devastante in ripartenza. 130 mila euro il prezzo d'acquisto, circa 6 milioni la cessione al Genoa due stagioni dopo. Il ragazzo spicca il volo, lasciando il club veneto dopo aver totalizzato 63 apparizioni, 15 gol e 14 assist. Pura visione quella di Marchetti. Oggi il calciatore ivoriano gioca nella Fiorentina di Vincenzo Italiano e, dopo un periodo di difficoltà, sta attirando nuovamente a sé le luci del palcoscenico nazionale ed internazionale.
In questa lista ideale con le migliori operazioni di mercato figurano anche i nomi di Cristiano Biraghi e Daniele Baselli. Entrambi i giocatori, dopo esser passati dal laboratorio del Tombolato, hanno vestito o vestono tutt'ora la maglia della nazionale italiana. Il primo è il capitano della Fiorentina, l'altro gioca in B con il Como dopo aver disputato buone stagioni in Serie A con le maglie di Atalanta e Torino.
Ancora oggi, come allora, il Cittadella lavora benissimo con i giovani, Claudio Cassano l'ultimo gioiello. Compie investimenti accurati, modera le cifre elargite ed insegue le plusvalenze attraverso i concetti virtuosi di formazione e valorizzazione. Rivoluziona spesso l'organico. Fa di necessità virtù, attraverso la continuità della gestione tecnica, per mantenere identità e sincronismi all'interno della squadra anche dopo innumerevoli e fisiologiche cessioni.
Leggendo alcuni numeri, soprattutto in tempi recenti è facile comprendere la bontà quanto evidenziato in modo tangibile ed inconfutabile. 23 cessioni + 23 acquisti (3,15 guadagnati e 1,50 spesi) - 16 cessioni + 14 acquisti (2,00 guadagnati e 0 spesi) - 16 cessioni + 20 acquisti (4,30 guadagnati e 600 mila spesi) - 13 cessioni + 14 acquisti (400 mila guadagnati e 300 mila spesi) - 17 cessioni + 19 acquisti (1,78 guadagni e 300 mila spesi). Dati raccolti da TransferMarket (Dal 2019-2020 all'ultima sessione di calciomercato).
Salutato Rolando Maran nel 2005, al Cittadella arriva Claudio Foscarini. Tecnico che dopo le piacevoli esperienze con Alzano Virescit e Rimini, trova il suo Paradiso nella societàgranata, raggiungendo la seconda promozione in cadetteria nella stagione ’07-08 in seguito ai playoff, dopo quella raggiunta con la squadra lombarda. L’esperienza con il Cittadella è suggestiva, tra salvezze tranquille e il sogno Serie A cullato nel ’09-10, quando il cammino dei veneti si concluse soltanto in semifinale playoff contro il Brescia di Beppe Iachini. Dopo dieci stagioni, nel ’14-15, le strade del “Ferguson del Piave” e del club del patron Gabrielli si separano in seguito alla retrocessione in Lega Pro.
Il decennio targato Foscarini, coadiuvato in perfetta sinergia dal polo dirigenziale Stefano Marchetti, ha segnato un percorso chiaro e lineare da intraprendere ed un' identità da consolidare e tramandare. L'attuale allenatore dell'Albinoleffe ha impiantato nei suoi anni in terra veneta un sistema di gioco efficace, tangibile e soprattutto futuribile. Accortezza, senno tattico, furore. Compattezza, cooperazione in fase di non possesso e verticalizzazioni fulminee. affinati e valorizzati al meglio giocatori come Ardemagni, bomber arrivato a siglare ben 22 gol nella stagione 2009/2010. Il percorso quadriennale in Veneto di Riccardo Meggiorini dal 2005 al 2009, ciclo in cui il ragazzo ha segnato 41 reti ed è entrato di diritto nella storia del Cittadella, diventandone il terzo miglior goleador. Idem Claudio Coralli, profilo storico nel roster offensivo del club granata con 55 marcature tra la prima e la seconda esperienza.
Valori aggiunti che Foscarini ha ottimizzato al massimo riconquistando la serie cadetta, gettando le basi per un successivo brillante torneo al tavolo delle grandi di Serie B. Prodigi strategici, tattici, motivazionali che hanno trovato riscontro nei risultati e nelle prestazioni. Un decennio in cui raramente il tecnico di Riese Pio ha rubato l’occhio ma ha fatto molti punti. Forgiando le risorse in organico, limando difetti collettivi e individuali, perseguendo gli obiettivi richiesti. Conciliando le esigenze tecniche con quelle aziendali. Salutandosi con una stretta di mano al termine della stagione 2014-2015 in cui è arrivata la retrocessione in Lega Pro.
Nell'estate 2015 si riparte dalla Serie C e il prescelto è Roberto Venturato per la panchina del Cittadella. Ritenuto l'uomo ideale per statura professionale, metodologie di lavoro, filosofia calcistica, conformità del profilo al modus operandi della società gestita da Marchetti, aderenza del credo tattico alle caratteristiche dell'attuale organico, target empatico, motivazionale e mediatico.
Al primo anno l'ex Piacenza compie un’impresa complicatissima all'interno di una squadra che deve comunque smaltire le scorie di una retrocessione in Lega Pro: trionfa nel Girone A conquistando 76 punti e a 53 anni, Venturato si regala la propria prima esperienza in Serie B.
Il quinquennio in cadetteria sarà rivoluzionario. Foriero di competitività, coesione e mentalità in una piazza di appena 20.000 mila anime e dalla limitata disponibilità economica, costretta spesso e volentieri a rivoluzionare gli organici formati di anno in anno. Un pregiato laboratorio calcistico che ruba l’occhio e suscita ammirazione. Coralità, automatismi, indole propositiva, qualità dei singoli prima sconosciute poi scoperte.
Il Cittadella costituiva il peggior avversario possibile per ogni squadra cadetta. Armonie, sincronismi e varietà di opzioni sciorinate dalla banda Venturato, in entrambe le fasi di gioco, hanno originato prestazioni e i risultati di rilievo ottenuti lungo il percorso, di anno in anno. I granata centrarono i playoff in 5 campionati su 5 e per ben due volte si giocarono la promozione in Serie A nella finale degli spareggi. Perse entrambe, prima con Hellas Verona e poi Venezia. Traguardi che non finiscono indelebilmente nei palmares della società, ma che rimarcano in modo ineluttabile la bontà del percorso intrapreso. A prescindere dalla vittoria o dalla sconfitta.
Un 4-3-1-2 brillante e propositivo quello di Roberto Venturato, che sviluppava le manovre con una predisposizione più diretta nel giocare la palla, verso l'attacco. Poco palleggio, tanta densità e un calcio sbarazzino declamato in verticale, propedeutico ad una progressiva valorizzazione dell'organico. Altro punto focale del progetto Marchetti. Attaccanti come Davide Diaw o Gabriele Moncini hanno potuto sfruttare le rispettive caratteristiche come mai in carriera. Indimenticabili gli inneschi dall'out di sinistra forniti da Amedeo Benedetti. Notevoli i miglioramenti mostrati dai centrocampisti di allora Federico Proia e Mario Gargiulo. Suggestiva l'avventura di Alberto Paleari tra i pali della porta del Cittadella, corredata anche da riconoscimenti individuali, come nella stagione 2018-2019 in cui venne eletto con merito il migliore estremo difensore della Serie B.
Se Foscarini lasciò una volta toccato il fondo, l'ex Spal, si congedò dal Cittadella da sconfitto dopo aver sfiorato la Serie A. Il gotha del calcio italiano, che una piccola realtà come la società granata avrebbe potuto gustarsi con merito se fosse andata diversamente la finale contro il Venezia quel 6 giugno 2021, in cui ebbero la meglio i lagunari di Paolo Zanetti. Una separazione probabilmente dettata dalla consapevolezza di aver fatto il massimo, e anche di più.
“Sono onorato della scelta della società, un po’ di esperienza l’ho accumulata in questi anni. Con Venturato mi sono sentito, mi ha fatto l’in bocca al lupo. Se ci sarà la possibilità mi darà anche dei consigli. Ripartirò dalla sua esperienza e dalla sua mentalità. Ma sono una persona diversa. In base al mio passato di calciatore farò un mix delle conoscenze che ho recepito. Ci saranno cambiamenti e alternative anche a livello tattico, di sicuro ho un’idea di calcio che non necessariamente sarà la stessa di Venturato. Credo che la mancanza di Iori si farà sentire, ma verrà responsabilizzato maggiormente il gruppo. Credo che sia anche per loro una crescita importante personale. L’unico modo che conosco è quello di lavorare. Credo in un modo di portare avanti le cose, non sarà facile ripartire dopo una finale persa . Bisognerà resettare mentalmente tutto e non sarà facile. Come allenatori che mi sono rimasti impressi ci sono Giorgio Roselli con le marcature preventive. Ha cambiato la mia visione di calciatore, dal punto di vista difensivo batterò molto su questo tasto. L’altro è Mario Beretta, da cui ho imparato la gestione del gruppo. Sotto questi aspetti mi hanno lasciato tanto. Inizialmente ripartiremo dal 4-3-1-2, ma poi l’idea è quella di avere varianti di gioco da introdurre gradualmente” Queste le prime parole di Edoardo Gorini da nuovo tecnico del Cittadella alla conferenza stampa di presentazione il 21 luglio 2021.
Sulla scia del percorso Venturato, il suo ex vice, oggi a capo della prima squadra granata è riuscito a dare una fisionomia alla squadra, mantenendo lo stesso sistema di gioco, innovando ed inserendo nuovi sincronismi all'applicazione delle due fasi. Il Cittadella ha organizzazione tattica e fluidità di manovra, e sta riuscendo a trovare anche continuità nei risultati, sorprendendo tutti nell'alta classifica. Quarto posto dopo 19 gare disputate, 33 punti totalizzati in seguito a 9 vittorie, 6 pareggi e 4 sconfitte. La salvezza diretta dell'anno scorso ha costruito solide basi, quest'anno in caso di mantenimento della categoria un ulteriore passo verso l'equilibrio e la stabilità in un torneo competitivo come quello cadetto, ma sognare la promozione attraverso i playoff non è impossibile. Un caposaldo la conferma di Edoardo Gorini, a prescindere dai numeri, scelta nel segno della continuità progettuale in linea con la storica filosofia del club.
Una bellissima storia, un grande progetto firmato da competenza e professionalità di un top manager come Stefano Marchetti.
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