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Zamparini: “Qualcuno ha fatto scomparire il Palermo, non io”. L’ex patron è pronto a dare battaglia…

L'ex patron del club rosa, Maurizio Zamparini, chiederà alla Figc un risarcimento di 100 milioni: ecco le motivazioni che hanno portato alla ritrovata libertà per l'imprenditore friulano

Mediagol97

Col Palermo ormai avviato alla sparizione dal calcio professionistico e col credito ex Alyssa scaduto da tre settimane, non c'era più ragione di tenere Zamparini chiuso a casa senza possibilità di comunicare con l'esterno

Queste, in buona sostanza, le motivazioni che - come riferisce all'interno della propria edizione odierna Il Giornale di Sicilia - avrebbero portato alla ritrovata libertà per l'ex patron del club rosanero, Maurizio Zamparini, in contemporanea con la sua radiazione da ogni ruolo ricopribile nel calcio italiano (per la quale potrà comunque fare ricorso in Corte federale d'appello) ed a pochi giorni di distanza dal verdetto della Figc in merito all'avvenire del Palermo Calcio: la mancata iscrizione al torneo di Serie B e la conseguente cancellazione della società dai quadri professionistici. Un verdetto che Tuttolomondo vorrebbe ancora tentare di ribaltare attraverso il ricorso al Collegio di garanzia dello sport del Coni, ma che di fatto non avrebbe speranze di essere modificato.

Zamparini intanto, indicato dal Tribunale federale nazionale come principale colpevole della situazione venutasi a creare dalle parti di Viale del Fante, non intende assumersi delle responsabilità per quanto accaduto: "Qualcuno ha fatto scomparire il Palermo, non Zamparini". Così l'imprenditore friulano si è brevemente espresso ai taccuini del noto quotidiano regionale in merito alla fine del Palermo Calcio, club sul quale pende attualmente anche un'istanza di fallimento. L'ex patron rosanero, in seguito a quasi sei mesi detenzione domiciliare, starebbe ora valutando assieme ai propri legali le azioni da perseguire in sede di giustizia ordinaria, per rivalersi proprio contro la Federcalcio.

L'imprenditore friulano richiederebbe, infatti, un risarcimento da 100 milioni di euro ma tutto ciò non andrebbe comunque a cambiare in alcun modo il futuro del Palermo. Intanto l'ex patron ha riconquistato la libertà, proprio perché per il club rosaneronon vi sarebbe ormai più nulla da fare: "Allo stesso modo, la rata da 20 milioni che la holding Palermo Football Club avrebbe dovuto saldare alla società rosanero come «eredità» del credito Alyssa, è scaduta lo scorso 30 giugno. Per questo il giudice ha deciso di revocare le misure cautelari e Zamparini sarà libero anche di presenziare all'udienza del prossimo 18 settembre. La sua partecipazione, però, è tutt'altro che certa. Anzi, il diretto interessato sembra non abbia intenzione di tornare in Sicilia per l'occasione, nonostante l'autorizzazione a presenziare per deporre".

Il processo penale cominciato lo scorso 2 luglio sarebbe, però, soltanto uno dei diversi appuntamenti in aula di Tribunale per il club di Viale del Fante e per chi lo ha gestito nell'ultimo periodo. Prima dell'udienza di metà settembre, infatti, il Palermo tornerà ad essere argomento giudiziario in merito all'istanza di fallimento presentata dalla Procura:

"Il 22 agosto è stata messa a calendario la prima udienza con la possibilità di allegare eventuali altre istanze pendenti (su tutte, quella dei calciatori che non hanno ricevuto stipendi per quattro mesi). La Cassazione, invece, ha reso note le motivazioni per cui ha dichiarato inammissibili il ricorso dei pm, che si sono rivolti alla Suprema corte in merito alla decisione di rigettare l'appello sul mancato sequestro preventivo di 1,1 milioni: 'insussistenza del dolo specifico' e impossibilità di indicare il 'presupposto dell'autoriciclaggio'".

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