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Pergolizzi: “La favola con la Primavera, lo scudetto e Sabatini. Palermo è la mia grande chance, il mio messaggio ai tifosi…”

Rosario Pergolizzi racconta, tra passato e presente, la sua esperienza al Palermo: dai successi con la Primavera alla rinascita in Serie D sotto la guida del duo Mirri-Di Piazza

Mediagol22

Parola a Rosario Pergolizzi.

Il tecnico siciliano, che nel 2008 aveva vinto lo Scudetto Primavera con i baby rosanero, è stato scelto a luglio scorso dal duo Mirri-Di Piazza per essere la guida dell'SSD Palermo, ripartito dalla Serie D a seguito del fallimento della vecchia società. Una scelta che, ad oggi, ha portato al successo la squadra, autrice al momento di una vera e propria marcia trionfale verso la promozione.

L'allenatore del Palermo, intervenuto ai microfoni di TMW, è tornato a parlare dei trascorsi con la Primavera e dei primi contatti avuti quest'estate con il nuovo club rosanero: "Nel 2008-2009 contro il Siena con la Primavera ho vinto lo Scudetto, l’anno dopo vengo confermato e c’era Sabatini. Arriviamo alla finale di Coppa Italia, giochiamo quella di Supercoppa, vado via nel 2009. Noi quei momenti li abbiamo vissuti solo come squadra. Se avessi chiesto ai ragazzi di buttarsi dal ponte, loro lo avrebbero fatto. Non pensavamo al negativo, volevamo competere con tutti e davamo tre gol a chiunque. Poi non si è data continuità: se fai un investimento da 5,600 mila euro annui e poi vai a spendere 5-7 milioni per stranieri, invece di investire nei giovani… Succede quando c’è un programma errato. Dopo avere fatto qualche giro, a dieci anni di distanza, sono tornato. A fine luglio di quest’anno il Palermo cercava un allenatore giovane, con esperienza, che avesse allenato sia i giovani che la prima squadra. Alla fine sono entrato anche io in lizza, ho visto il mio nome sul giornale, nel giro di 10-12 giorni mi ha chiamato il club, mi ha chiesto di venire qui, per capire che situazione ci fosse. Alla fine ci siamo incontrati, una serie di va bene, ed eccoci qui. Io ora abito a Ascoli, ho un figlio di ventuno e uno di ventotto anni, ma sono tornato a casa. Per me, è inutile dirlo, è una grandissima occasione. Si riparte da zero, dalla Serie D… Mi dà responsabilità e forza. Non ho accettato subito, ma di corsa. Sto scherzando".

Finora, i rosanero hanno conquistato dodici vittorie, un pari e una sconfitta. Risultati che hanno condotto alla squadra di mantenersi salda alla vetta della classifica del girone I, a +8 sulla seconda: "Viviamo il momento, pareggi una partita e sembra un dramma. Questo è un problema: sono andato via nel 2009, sono tornato ora, ho visto una Palermo diversa. Tutto è cambiato, il rinnovamento e il miglioramento di questa città fa piacere. La gente deve immedesimarsi pure nel calcio, non vedere la criticità, il fattore negativo, tutto nero. Ripartendo da zero ci sono delle fatiche, chi non fa non sbaglia, ma chi fa è costretto a sbagliare. C’è volontà di migliorare, di dare delle strutture, questo porta subito a grandi palcoscenici. Riportare 20 mila persone allo stadio è merito di questo club, delle persone che ci sono dietro. Bisogna avere entusiasmo per questi ragazzi, hanno vinto dieci partite consecutive e non c’è l’idea di buttare via tutto quello che di buono è stato fatto. I momenti di difficoltà? Ci sono, ma il mio comportamento non è mai cambiato. Non uscivo fino alle tre per ubriacarmi prima, non lo faccio adesso. C’era chi mi chiedeva il perché, ma penso che l’obiettivo sia fondamentale. Non mi interessando i record, senza sacrificio e coraggio non si va da nessuna parte. Solo il tempo dirà cosa sarà del Palermo Calcio".

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