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Palermo, Pelagotti in piedi sulle montagne russe: la papera di Avellino e le prodezze decisive in chiave playoff

Palermo, Pelagotti in piedi sulle montagne russe: la papera di Avellino e le prodezze decisive in chiave playoff

Alberto Pelagotti ed il suo percorso con i colori rosanero

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Di Nicolò Cilluffo.

SuperPela is back?

Sprazzi di luce opaca tra le tangibili crepe di una stagione caratterizzata da alti e bassi.

Topiche lampanti, qualche disattenzione di troppo sul piano tecnico. Critiche pesanti, dubbi mossi da prestazioni altalenanti.

Calcare le calde zolle del manto erboso del Renzo Barbera con testa alta e spalle larghe con la consapevolezza di dover diradare le nubi dello scetticismo, insonorizzando il fastidioso eco dei mugugni latenti. Cultura del lavoro, abnegazione. Spirito di sacrificio, voglia di trasformare un sogno in realtà. Il riscatto del leader non tarda ad arrivare. Punti pesanti in dote custoditi da interventi prodigiosi. Parate fondamentali, voce carismatica e sapiente come sibilo onnipresente nelle orecchie e nella testa dei compagni.

Interprete fiero di un ruolo ingrato, alla mercé di contestazioni, giudizi a buon mercato, appunti di ogni sorta, sparsi alla cieca e talvolta strampalati, da ogni topologia di pulpito. Difendere i pali è complicato, a tratti interiormente straziante. La contezza di scendere in campo sapendo che un tuo errore potrebbe risultare fatale. La casacca di colore diverso non è un caso, icona distintiva di un unicum.

La solitudine e l'originalità del numero uno, baluardo imprescindibile a presidio di porta, sogni ed obiettivi di un club.

Alberto Pelagotti sbarca a Palermo nella calda estate del 2019 divenendo, sin dagli albori della sua parabola rosanero, un punto di riferimento per l'allora formazione siciliana guidata da Rosario Pergolizzi. Nel girone I di Serie D l'ex saracinesca dell'Empoli colleziona venticinque presenze, condite da ben quattordici clean sheet. La compagine rosanero vincerà il campionato dilettantistico grazie anche all'esperienza di Pelagotti, fondamentale nel guidare il reparto difensivo di Pergolizzi e a cadenzare la maturazione dentro e fuori dal campo dei giovani talenti di prospettiva in organico.

L'approdo tra i professionisti è una mera conseguenza di coesione, cifra tecnica e mole di lavoro egregiamente svolta dal gruppo guidato dall'ex coach dell'Ascoli.

La panchina del Palermo viene affidata a Roberto Boscaglia per affrontare il girone C di Serie CSuperPela viene confermato tra i pali rosanero.

Con il tecnico originario di Gela prima e con il subentrante Giacomo Filippi poi, Pelagotti non salta neanche una partita, collezionando trentasei presenze nella regular season ed una al primo turno dei playoff contro il Teramo. Sono ben sessantadue le volte in cui l'ex estremo difensore dell'Arezzo è sceso in campo con la maglia del Palermo. Il suo record personale si trova ad un tiro di schioppo: con ogni probabilità, infatti, Pelagotti eguaglierà le sessantatré apparizioni racimolate con la maglia dell'Empoli in occasione del secondo turno delle fasi finali di Serie C in cui la franchigia rosanero sarà impegnata contro l'ostica Juve Stabia.

Era il 7 Febbraio 2021. Una pioggia battente inondava la Campania. Il Palermo dell'allora mister Boscaglia si accingeva ad affrontare l'Avellino in un match che avrebbe potuto dare nuova linfa e slancio ai rosa. Dopo i tre pareggi consecutivi, Lucca e compagni avrebbero voluto dare un imprinting decisivo al campionato, tentando la svolta contro il team di Piero Braglia.

Al "Partenio" va in scena un Palermo scolastico ed insipido, incapace di creare con trame organiche, ragionate e corali, pericoli all’avversario.

Frustrazione ed impotenza, fiducia che andava smarrendosi con il trascorrere del tempo. Al 50' minuto la formazione di casa passa in vantaggio su un rilancio del palermitano Luigi Silvestri. Traiettoria rocambolesca e sfera bianca che batte davanti a Pelagotti infilandosi clamorosamente in rete. Errore di valutazione del portiere originario di Empoli, tradito ed ingannato terreno zuppo dello stadio di Avellino. I rosa escono sconfitti dal big match valido per la ventitreesima giornata del girone C di Serie C. E lo fanno con capi saldi sgretolati, certezze smarrite, credo calcistico del tecnico fortemente in discussione.

Gli impegni successivi vedono la banda Boscaglia affrontare Bisceglie, Turris, Catanzaro e Viterbese.

Alberto Pelagotti indossa la maglia numero uno con personalità, ma le ombre dell'errore decisivo continuano ad insinuarsi sinistre sul piano psicologico. In diverse occasioni, infatti, la sicurezza che aveva contraddistinto il percorso dell'ex Empoli tra le fila di Pergolizzi prima e di Boscaglia poi sembrava essersi perduta nel nulla. I rosanero collezionano la metà dei punti disponibili e le due sconfitte consecutive contro il team calabrese e la squadra laziale costano caro all'ex coach di TrapaniVirtus Entella.

Il Palermo cambia pelle. E lo fa con il quasi eterno secondo di Roberto Boscaglia: Giacomo Filippi. L'attuale tecnico del Palermo si prende carico del team del patron Dario Mirri a pochi istanti dalla partita che, a prescindere da risultati conseguiti e classifica, vale per ragioni campanilistiche sempre un'intera stagione: il derby contro il Catania.

I rosa espugnano lo stadio Angelo Massimino grazie alla rete dell'immarcescibile Mario Alberto Santana, unico giocatore ad aver segnato in tutte le competizioni possibili ed immaginabili con la maglia del Palermo. La squadra del mister Giacomo Filippi sà di aver davanti un lungo e tortuoso iter per centrare l'obiettivo, ma il tecnico originario di Partinico non avrebbe mai potuto auspicare un incipit migliore di così.

Il Palermo - sotto la guida dell'ex vice di Roberto Boscaglia - cambia credo calcistico ed atteggiamento mentale, collezionando un ruolino di marcia invidiabile: ben sei vittorie su dieci match disputati, una media punti da promozione. Identità tattica ritrovata, o meglio, trovata. Unità d'intenti, amor proprio, sinergia tra singoli e reparti. Giacomo Filippi è bravo a toccare i giusti tasti plasmando i nuovi ed essenziali meccanismi alle peculiarità tecnico-tattiche della rosa a sua disposizione.

Lo stesso Alberto Pelagotti sembra aver ritrovato certezze, sicurezza, affidabilità. Il portierone rosanero ha avuto bisogno di tempo per ritrovare la condizione psico-fisica ottimale. Reagire da uomo, entrare in campo da leader. L'ex Empoli ha dimostrato di saper reggere il peso delle pesanti critiche rivoltegli, spesso senza tatto e cognizione specifica di causa. Solo chi trepida tra i compressi confini marcati dai pali, può realmente percepire quanto possa esser difficile indossare dei guantoni ed una maglia diversa da tutti i propri compagni di squadra. Serve passione, orgoglio, un briciolo di sana follia ma sopratutto tanto coraggio. Perché essere e sentirsi portiere, è un viaggio quotidiano che va ben oltre i canonici novanta minuti. 

Interventi decisivi in occasione del primo turno dei playoff del girone C di Serie C contro il Teramo. Silenzio, lavoro, personalità: questa la ricetta messa in pratica dall'estremo difensore rosa. Il cammino del Palermo targato Giacomo Filippi passa, anche, dalle mani di Alberto Pelagotti.

Appuntamento a mercoledì 19 Maggio, giorno in cui la compaginerosanero affronterà in trasferta la Juve Stabia di mister Pasquale Padalino per continuare a sognare una promozione in Serie B che avrebbe oggettivamente i crismi di una vera impresa calcistica.