IL CALCIO DI BALDINI

Palermo, Baldini all’attacco: Empoli top, la prima volta in rosa e favola Carrarese

Il neo tecnico rosanero, Silvio Baldini, cultore di un calcio propositivo e audace, ha sempre esaltato le doti degli attaccanti a sua disposizione grazie ad efficaci schemi offensivi...

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Baldini

Silvio Baldini, uomo dentro e fuori dal rettangolo verde, estremamente dedicato ed appassionato al lavoro sul campo, attaccato fermamente ai valori, etici tattici e morali, del suo calcio, marcatamente propositivo e  talvolta spregiudicato. Il tecnico toscano è tornato a sedere sulla panchina del Palermo per centrare una promozione in serie B, tanto agognata da società e tifoseria.

Il distacco dal Bari è notevole, sono ben undici i punti di margine a vantaggio della compagine pugliese. Ma il ritorno in rosanero del tecnico toscano ha ridato fiducia e speranze all'intera piazza palermitana, precedentemente sconfortata dagli ultimi risultati negativi conseguiti sotto la gestione Filippi, terminata il 24 dicembre dopo la sconfitta contro il Latina.

La carriera dell'ex tecnico dell'Empoli è certamente  particolare ed avvincente. Una parabola intensa e significativa, non soltanto in relazione ai risultati conseguiti, in cui Baldini ha lasciato un segno e una dote di consenso inestimabile, sia  dal punto di vista umano, sia sotto il profilo tecnico-tattico. Nel suo quotidiano da allenatore da campo, è riuscito a lanciare e forgiare tantissimi giovani talenti, poi rivelati grandi attaccanti, come Totò DiNatale, Tommaso Rocchi, Massimo Maccarone e Francesco Tavano.

Approfondendo nello specifico lo stile di gioco utilizzato da Baldini nel corso delle sue esperienze professionali,   è utile prendere in esame la sua prima esperienza alla guida dell'Empoli, nel dettaglio l'ultimo biennio (2001-2002 e 2002-2003).

La prima delle due stagioni prese in considerazione è culminata nella promozione in Serie A, conseguita tramite un calcio attrattivo, lavorato ed offensivo, tutti valori e concetti di gioco che hanno come base tattica il 4-2-3-1, da sempre marchio di fabbrica delle squadre allenate dal mister di Massa.

Il protagonista assoluto di quell'annata trionfale fu proprio Di Natale, esploso definitivamente dopo due campionati di apprendistato,  dimostrandosi fin da subito un attaccante di spessore, completo sul piano tecnico ed efficace in termini realizzativi. Di Natale trovò la gioia del gol ben 16 volte in quella stagione, aggiudicandosi il titolo di capocannoniere di serie B. Il bottino ottenuto dal centravanti campano spinse la compagine azzurra fino alla conquista del quarto posto in classifica e, di conseguenza, della promozione diretta nella massima serie. L'Empoli sciorinò la miglior fase realizzativa dell'intera graduatoria, con ben 60 gol realizzati.

La seconda stagione agonistica presa in considerazione è l'ultima del primo ciclo di Silvio Baldini sulla panchina dell'Empoli. Per centrare la salvezza il tecnico classe 1958 inizia una fase di parziale rimodulazione della fase offensiva, farcendo il suo calcio offensivo di accorgimenti votati alla ricerca di un maggiore equilibrio. Nonostante ciò, identità e trame di gioco di quella squadra permangono tangibili ed apprezzabili, come dimostrerà il rapporto virtuoso tra qualità del gioco espresso e i risultati ottenuti.

La prima costruzione in fase di possesso partiva dai piedi di Gianluca Berti (estremo difensore titolare) che prediligeva un lancio direzionato sulle fasce alte, andando ad evitare le pressioni asfissianti degli attacchi avversari. Una volta raggiunta la metà campo avversaria, la compagine empolese iniziava una serie di fraseggi sullo stretto e triangolazioni che preludono, in un secondo momento, all'aggressione degli spazi liberi alle spalle della linea difensiva, moto perpetuo da parte degli attaccanti spesso frastornante anche per le migliori retroguardie del campionato. Un altro modo di rendersi pericolosi in avanti era quello del lancio lungo alle spalle dei centrali del pacchetto arretrato, diretto sui piedi del terminale offensivo centrale all'attacco della profondità. Giocata che esaltava rapidità e tecnica individuale di Rocchi o Di Natale, mettendoli nelle condizioni migliori di concretizzare in rete.

Valore aggiunto ad impreziosire il lavoro di Baldini e del suo staff è senza dubbio l'imprevedibilità mostrata sui calci piazzati, situazioni ben congeniate che risolsero molte partite bloccate durante l'anno, regalando emozioni magiche a tutta la tifoseria, con grandi gol di pregevole fattura.

La fase difensiva sviluppata dal neo tecnico rosanero in quel campionato si è sempre dimostrata sempre organizzata e coesa, raggio d'azione e posizionamento della linea sensibilmente abbassati rispetto al solito, in linea con le esigenze di una squadra in piena lotta salvezza. Al termine dell'annata la formazione azzurra arrivò tredicesima in classifica, centrando  l'obiettivo e meritandolo sul campo. Il bottino di fine stagione per i toscani indica: 41 partite giocate tra campionato e coppa Italia, 12 vittorie,  12 pareggi e 17 sconfitte, totalizzando 38 punti, gli stessi della retrocessa Atalanta destinata alla cadetteria a causa di una differenza reti leggermente peggiore rispetto a quella di Rocchi e compagni, che siglarono 36 gol subendone 46 ma comunque centrando l'obiettivo.

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