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Lupo: “Calcio e Coronavirus, vi dico la mia. Porte chiuse un’agonia. Parole Aleesami sul Palermo? Rispondo così”

Le dichiarazioni rilasciate dal ds del Venezia, Fabio Lupo, in merito alle conseguenze avute dall’emergenza Coronavirus nel mondo del calcio

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Parla Fabio Lupo.

Il direttore sportivo del Venezia sta trascorrendo il periodo di isolamento imposto dal Governo italiano per evitare l’ulteriore diffusione del Coronavirus nel capoluogo veneto, lontano dalla sua famiglia. Pochi giorni fa, la notizia della positività al tampone di uno dei giocatori arancioneroverdi, Antonio Vacca, che adesso però ha superato la fase sintomatica e sta meglio. Intervenuto ai microfoni di Tuttomercatoweb, l'esperto dirigente ha parlato di modalità e tempistiche attraverso cui il calcio, secondo lui, potrà ripartire al termine dell’emergenza sanitaria.

I vertici del calcio - dice Lupo - puntano a ripartire ma forse molti dimenticano nei fatti concretamente che è la salute sia la reale priorità. Bisogna pensare a quando riprendere ma soprattutto a come. Ciò che sta mancando è una prospettiva di medio lungo termine. Purtroppo ognuno ragiona in base al proprio angolo, manca una visione di ampia veduta in tutti coloro che stanno partecipando a questo grande dibattito. La bussola ce la dà la sanità, bisogna ragionare ad ampio raggio e per gli interessi collettivi. Ognuno dei club interessati ha le proprie ragioni. Ma fino a quando ci sarà qualcuno che muore nelle corsie di ospedale per colpa del Coronavirus sarebbe complicato tornare ad esultare per un gol. Lo dico da ex calciatore e da dirigente che ha fatto della propria passione un lavoro. Trovo moralmente complicato parlare di una partita di calcio, di esultare e vincere a fronte di qualcuno che sta morendo. E poi c’è l’aspetto pratico: devono esserci le condizioni di assoluta garanzia per ricominciare. Ho vissuto le ultime partite a porte chiuse, sono state veramente tristi. No mi auguro di non ripartire così. Spero di ripartire con la gente allo stadio. Se sarà tra un mese o due non lo so. Ma ricominciare a porte chiuse significherebbe tenere il sistema in agonia”.

A proposito, invece, del taglio stipendi: “Si è fatta confusione. E si sta cercando di accelerare delle decisioni che potevano essere prese senza l’ansia del momento. Le scadenze di marzo e aprile sono più avanti. Si poteva aspettare e poi cercare una soluzione congiunta. Anche in questo caso emergono delle posizioni contrapposte in un braccio di ferro che non giova a nessuno. Ogni società ha le proprie dinamiche e diversificazioni. Se si crea un muro contro muro diventa difficile. Il dialogo è sempre positivo, bisogna ragionare nell’interesse del sistema. Noi intendiamo rispettare le linee guida che ci da la Lega B ma tenendo un dialogo aperto con la squadra che è il motore del club. Nel rispetto delle linee guida che sono state dettate dalla Serie B cercheremo di trovare una soluzione compatibile con le esigenze della squadra”.

Infine, l’ex direttore sportivo del Palermo ha parlato delle dire dichiarazioni recentemente rilasciate da Haitam Aleesami in merito alla sua esperienza in rosanero: “Per quella che è stata la mia esperienza all’interno dello spogliatoio pur con qualche esasperazione e qualche situazione borderline ho trovato gente seria, professionale, che quando c’era da allenarsi e preparare la partita dava più del cento percento. In quei mesi ho avuto a che fare con un gruppo serio e con cui mi sono trovato bene. Non che non ci fossero problemi, ma il gruppo con cui ho avuto a che fare era invidiabile tecnicamente e profesionalmente. Quando c’era da onorare la partita quel Palermo la onorava, sempre”.