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Coronavirus, Di Natale: “Se potessi, darei un calcio a questo virus. I medici? Sono loro i veri bomber”

Antonio Di Natale, ex attaccante e attuale allenatore dello Spezia under 17, sulla possibile ripresa dei campionati

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Tanti i dubbi sul futuro dei campionati.

Antonio Di Natale, ex bomber dell'Udinese e attuale tecnico dello Spezia under 17, ha parlato a Il Messaggero, esprimendosi in merito a diverse tematiche, legate all'attuale emergenza Coronavirus che, da circa un mese, ha messo in ginocchio il mondo: "Se potessi darei un calcio al virus maledetto. Ma i bomber oggi sono i medici, gli infermieri, chiunque sia in prima linea contro questa tremenda malattia. I loro gol, che segnano ogni giorno, sono la cosa più importante. L’unica cosa importante”.

Sulla quarantena: "Cosa passo queste giornate? In casa, come tutti. O almeno come tutti dovremmo fare. È il contributo che possiamo e dobbiamo dare. Sono a Empoli, con la mia famiglia, da quattro settimane. Non esco e a volte faccio persino fatica a ricordarmi che giorno è”.

Su un'ipotetica ripresa dei campionati: "Si fa di tutto per farli riprendere? Credo sia giusto. I campionati maggiori devono essere portati in fondo. E non è un discorso di privilegi o prime donne. È più ampio. Il calcio è passione ma è anche un’azienda e anche molto ampia e bisogna tenerne conto. Se i campionati riprenderanno in serie A come in B saranno una sorta di mini-tornei in cui può accadere di tutto. Credo sia giusto riprendere perché chi glielo spiega al Benevento che ha praticamente già vinto la promozione che rimarrà un altro anno in B? O alle altre squadre che sognano di salire. Comunque vada qualcuno sarà scontento".

Chiosa finale sul taglio degli stipendi, motivo di grandi discussioni nell'ultimo periodo: "In questi giorni il presidente dell’Empoli, il mio amico Fabrizio Corsi, ha detto che deve rispondere a 150 famiglie e ha ragione. Ci sono tantissime persone che ruotano attorno al mondo del calcio. Ci sono realtà, in serie C ma anche in B, dove perdere qualche mese di busta paga diventa un problema enorme”.