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D’Agostino-Mediagol: “Calcio e Coronavirus? Ho la mia idea. Il nuovo Palermo e la scelta di Santana. Tutto su Mihajlovic e Marino, il Real Madrid…”

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"Campionati di calcio sospesi a tutti i livelli? Quando ti trovi davanti qualcosa che non conosci e che attiene all'ambito della salute è normale andare un po' nel panico, tuttavia ritengo che abbia creato un danno maggiore l'eccessiva mole di informazioni, spesso imprecise e distorte, che il virus stesso. La comunicazione è importante per fornire le adeguate indicazioni comportamentali a tutti i cittadini e in queste situazioni dovrebbe essere un solo rappresentante del governo a prendere la parola, in modo che successivamente si cerchi di  intraprendere una strada netta ed univoca tutti insieme. Io alleno in Lombardia e posso garantire che qui c'è davvero tanta paura, depressione e una corsa esagerata all'approvvigionamento di cibo e beni di prima necessità, reazioni impulsive dettate non dal pensiero cittadino in sé ma da come si si percepisce la comunicazione che arriva dall'alto. A quale allenatore mi ispiro? A chi sa proporre calcio e a chi non è integralista, cioè a colui che sa adattare la propria metodologia di lavoro ed il proprio credo calcistico alle caratteristiche dei giocatori in organico. Seguo dei modelli che hanno saputo modificare, nel corso del tempo, la loro filosofia e il loro assetto tattico, e per questo motivo li ritengo degli allenatori moderni. De Zerbi, Klopp, Guardiola per esempio sono tecnici che non lavorano sul concetto e sul modulo, ma sui tempi e sugli spazi da occupare in campo, metodologia che mi piace particolarmente. L'allenatore che mi ha lasciato di più, specialmente a livello di soddisfazioni, ma anche per tutti gli anni trascorsi insieme e per l'aspetto affettivo è certamente Pasquale Marino. È stato il mister con cui ho passato più tempo nella mia carriera. Provo affetto e grande stima nei suoi confronti e mi è sempre piaciuto il calcio offensivo che ha cercato di imporre e proporre. La mia carriera? Dopo quel mancato trasferimento al Real Madrid non ho dormito per mesi, quell'anno ho rifiutato persino la corte del Napoli.  Avevo le offerte della Juventus e proprio del Real Madrid con le quali sussisteva già un accordo di massima, due top club mondiali che poi non sono riuscite a trovare il giusto compromesso con l'Udinese. Quel frangente ha costituito l'apice della mia carriera, il mio valore del mio cartellino derivava esclusivamente da ciò che avevo dimostrato sul campo, e quando si finisce nel taccuino di società di quel livello  sono le prestazioni a fare la differenza. È chiaro un eventuale approdo in una club prestigioso come il Real Madrid avrebbe totalmente mutato gli scenari per il sottoscritto: se non avessi fatto bene con la maglia dei blancos, in relazione all'ingaggio che avrei percepito mi sarei potuto trasferire solo in un altro top club europeo in grado di garantire determinate cifre. Dopo che quell'operazione non andò a buon fine, c'è stata la fase discendente della mia carriera, poiché a livello mentale ho risentito un po' di questa situazione".