Gigi Cagni fiutò subito il talento straordinario di Sandro Tonali.
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Brescia, la stella di Tonali e la rivelazione di Cagni: “Lui e Pirlo diversi, spiego perché. Quando parlai con Sagramola e Castagnini…”
Gigi Cagni fiutò subito il talento straordinario di Sandro Tonali quando militava nella formazione primavera delle rondinelle: l'ex tecnico del Brescia, folgorato dalle qualità del ragazzo, si adoperò per integrarlo in prima squadra...
Nella stagione 2016/17, quando venne posto in corsa alla guida del Brescia e conquistò una clamorosa salvezza vincendo gran parte delle dodici gare finali, si accorse del giovane centrocampista, il quale militava nella Primavera. L’ex tecnico delle Rondinelle, intervistato ai microfoni di ‘Brescia Oggi’, ha rivissuto quegli attimi: “Appena l'ho visto in campo mi sono detto «questo è un giocatore vero». Non fu poi tanto difficile notarlo in quella Primavera del 2017. Era davvero poca cosa, quella Primavera. Più facile che emergessero le sue qualità. Era la prima volta che lo vedevo e molto da vicino. Ma non ci volevano gli occhi di un esperto per capire che quel ragazzino era già un giocatore pronto a passare con i grandi. Si giocava la solita amichevole di metà settimana con la Primavera. Facevo l'arbitro e mi sono trovato spesso a due metri da Tonali. Finita la partita sono andato da Sagramola e Castagnini. Gli ho detto che avevo pensato di farlo allenare con la prima squadra e intendevo farlo esordire in Serie B. L'idea era di mandarlo in campo nelle ultime partite. Invece acciuffammo la salvezza per la coda. Non me la sono sentita, non sarebbe stato giusto gettarlo allo sbaraglio in un momento così delicato, caricarlo di simili responsabilità. Rischiavamo seriamente di precipitare in Serie C”.
L’esordio tra i professionisti, dunque arrivò soltanto nella stagione successiva, ma ben presto in molti iniziarono a parlare di Sandro Tonali, accostandolo persino ad Andrea Pirlo: “Andrea, almeno nella fase iniziale della carriera, era un giocatore totalmente diverso. È partito, e lo ho fatto per un periodo non troppo breve come mezzapunta. Non avrei mai pensato che diventasse un regista straordinario. Merito di Mazzone e di Ancelotti che ha completato il lavoro di Mazzone. Sandro è un po' più piccolo di statura, in compenso è più cattivo. Deve imparare ancora alcune cose ma il suo futuro calcistico è di stare davanti alla difesa. Questo non significa che non possa giocare anche da mezzala. Si tratta anche di capire come un allenatore vuole schierare la sua squadra. Se usa il centrocampo a tre, come ha fatto e sta facendo Corini, il ruolo di Tonali è certamente da regista”.
Adesso, il classe 2000 è pronto a dire la sua tra gli azzurri dell’Italia, dopo la chiamata del ct Roberto Mancini per le due gare di qualificazioni a Euro 2020 contro Armenia e Finlandia: “Non c'è proprio niente da stupirsi. I giovani devono crescere ma per diventare titolari non devono diventare vecchi. La maglia però bisogna guadagnarsela. Stavo pensando a Balotelli. L' ho visto giocare quand'era molto giovane. Grandi qualità fisiche e tecniche, anzi enormi. Ma troppo estroso nei comportamenti. Mi sono detto: «A diciotto anni è questo, ma quando ne avrà venticinque, ventisei? Ce la farà a reggere?». Quando dicevo queste cose, mi sono piovute addosso critiche da più parti. Non mi sembra di avere poi così sbagliato. Ho avuto anche occasione di parlargli quando giocava nel Manchester City. Non ho cambiato idea. Mi auguro che me la faccia cambiare adesso che fa parte del Brescia. Tonali è diverso. Basta sentirlo parlare. Serio, pacato, mai sopra le righe. Anche queste cose fanno parte del Dna del grande giocatore”.
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