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Superlega, Infantino: “Appoggio pieno all’UEFA, ma il mio ruolo implica una cosa”

Superlega, Infantino: “Appoggio pieno all’UEFA, ma il mio ruolo implica una cosa”

Ecco le dichiarazioni del numero uno della FIFA

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Sosteniamo in toto l'UEFA, ma adesso serve il dialogo.

Queste le dichiarazioni di Gianni Infantino, presidente della FIFA intervenuto in merito al caos Superlega e ai nuovi risvolti per le società tiratesi fuori dal progetto nelle ultime settimane. Sanzioni complessive da 15 milioni di euro e diminuzione del 5% sui ricavi UEFA.

Infantino - aldilà delle sanzioni - ha sottolineato in maniera aperta come la strada migliore in questo momento di crisi per il calcio europeo sia il dialogo. Intervistato in esclusiva ai microfoni di AS, l'italo-svizzero ha fatto il punto della situazione sugli sviluppi interni all'UEFA e ai 12 club coinvolti nei mesi a venire.

Ecco le sue dichiarazioni:"Sono stato molto chiaro sulla mia posizione e su quella della Fifa: appoggiamo la Uefa nel suo rifiuto della Superlega. Siamo contrari e ci opporemo sempre a qualsiasi competizione che non faccia parte della struttura internazionale del calcio e che minacci l'unità e la solidarietà che sempre dovrà esistere nella piramide del calcio, che unisce il movimento di base e gli amatori con le stelle di questo sport. Detto questo il mio compito è anche quello di mediare tra le parti e affinché si inizi un dialogo alla ricerca di soluzioni positive. Bisogna affrontare insieme i problemi del calcio". 

Infantino ha poi concluso la sua intervista parlando delle sanzioni per i club che - anche se tiratisi fuori in un secondo momento - avevano comunque inizialmente aderito al progetto Superlega :"Per quanto riguarda le sanzioni - ha proseguito il presidente della FIFA - ci sono organi competenti e indipendenti che analizzeranno cosa si può e si deve fare al riguardo, quindi non è mio compito parlarne. Ovviamente, ciò non significa che escluda l'applicazione di sanzioni su scala nazionale, continentale o globale. L'ho detto una volta e lo ripeto ora chiaramente: o i club vogliono far parte delle strutture del calcio o dovranno affrontarne le conseguenze".