Il racconto di Ronaldinho.
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Ronaldinho e la detenzione: “60 giorni in carcere davvero lunghi. Ringrazio tutti per il sostegno”
Il racconto dell'ex fuoriclasse del Barcellona
Quasi quattro mesi fa il fuoriclasse brasiliano aveva tentato di entrare in Paraguay con dei passaporti falsi, e per tale ragione era stato fermato ed arrestato dalla polizia locale che lo aveva subito trasferito in un penitenziario doveva aveva anche festeggiato il suo ultimo compleanno e dove si pensava avrebbe trascorso una lunghissima detenzione insieme al fratello e agente, Roberto de Assis.
Dopo sessanta giorni di detenzione, Ronaldinho aveva poi pagato una salatissima cauzione per ottenere gli arresti domiciliari e trascorrere i giorni in attesa del processo in un lussuosissimo hotel a cinque stelle.
Durante una bella intervista rilasciata ai microfoni di Mundo Deportivo, Dinho ha ringraziato tutti coloro che hanno, in questo periodo difficilissimo della sua vita, dedicato il loro tempo per inviargli messaggi di amore e di supporto, anche il giorno del suo compleanno.
Queste le sue dichiarazioni:
"Devo dire che il Barça mi tratta sempre con molto affetto e rispetto, ringrazio tutti per i messaggi e l’amore che mi hanno trasmesso in questo periodo complicato. Non è stato un momento facile per me, per questo dico grazie a tutti di cuore. Io ho sempre cercato di portare felicità tra la gente, facendo ciò che so fare meglio: giocare a calcio".
Il fuoriclasse brasiliano, direttamente dall'Hotel Palmaroga ad Asuncion, capitale del Paraguay, ha raccontato il periodo trascorso nel carcere del paese: "Sono stati 60 giorni davvero lunghi. Credo che non potrò mai dimenticare questa esperienza davvero molto dura. Adesso sono in albergo e aspetto il processo. Qui sono tranquillo. Fanno di tutto per mettermi a mio agio e posso fare sport quotidianamente".
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