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Serie A, Rizzoli: “Arbitri pronti alla ripresa, ma c’è preoccupazione. Distanza? Servirà a comprendere una cosa”

Le dichiarazioni rilasciate da Nicola Rizzoli, ex arbitro e attuale designatore, in merito alla possibile ripresa della Serie A

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Il calcio si prepara a ripartire.

Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ha confermato quest’oggi la volontà del Governo di riprendere i campionati professionistici di calcio dopo lo stop forzato causato dall’emergenza Coronavirus. Gli interrogativi in merito al protocollo sanitario per la ripresa, che dovrebbe mettere d’accordo il Cts, i vertici del calcio e i diversi club, sono tuttavia ancora tanti. La salute di membri dello staff, giocatori e arbitri deve infatti essere attentamente tutelata.

A commentare la complessa situazione, ai microfoni di Rai Radio1, l'ex arbitro Nicola Rizzoli, dando voce al punto di vista della categoria: "Noi siamo pronti per l’eventuale ripresa, restiamo in attesa del confronto del 28 col Governo. Appena sapremo esattamente le linee del protocollo da adottare applicheremo delle strategie di ripartenza. Per ora ci sono solo ipotesi, ma gli arbitri si stanno allenando da tempo. Se c’è malcontento da parte nostra? No. Ci sono preoccupazioni, pensieri su alcuni argomenti da risolvere, attesa per capire come verranno affrontati vari step e quale sarà il modo migliore per ripartire in sicurezza, sapendo che bisognerà stare molto attenti. Noi arbitri abbiamo preoccupazioni diverse dalle società perché abbiamo 80 persone che arrivano da diverse parti d’Italia e dovranno spostarsi: bisognerà stare attenti sui viaggi".

Il designatore degli arbitri di Serie A, inoltre, ha detto la sua in merito al divieto di avvicinarsi ai direttori di gara per protestare: "C’è la possibilità di fare qualcosa di nuovo dopo questa emergenza: se capiamo che le proteste non servono e il rispetto è fondamentale, potremo avere un grande beneficio. È chiaro che le proteste, da sempre una delle cose più antipatiche da vedere, andranno gestite in modo diverso. Oggi bisogna avere un rispetto reciproco delle distanze e dunque quando non verranno rispettate bisognerà intervenire: questo non significa ammonire tutti, ma la distanza opportuna per dialogare con l’arbitro deve essere di un metro e mezzo. Questo può essere un passo culturale importante".