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Coronavirus, Orlando: “Gruppi di sciacalli appartenenti al sottobosco mafioso, denunciateli”

Il sindaco di Palermo ha parlato dei gruppi formatosi su Facebook che inneggiavano ad una rivoluzione sociale

Mediagol52

La risposta di Leoluca Orlando.

L'emergenza Coronavirus sta continuando a devastare il mondo intero e in particolare l'Italia, il paese che insieme alla Spagna risulta attualmente il più colpito dalla diffusione del COVID-19. Uno stato di emergenza che ha costretto il Governo a chiudere gran parte delle attività commerciali del paese, dando vita ad una crisi economico-finanziaria che si prospetta essere tanto grave quanto quella verificatosi nel secondo dopo guerra.

Così come nel resto dello stivale, anche a Palermo i cittadini hanno iniziato a manifestare la loro preoccupazione circa il loro futuro, dal momento che non è ancora chiaro quali manovre verranno messe in atto per risollevare la popolazione da questo periodo. Ieri sera poi su Facebook, un gruppo di individui hanno manifestato la loro intenzione di iniziare una vera e propria rivolta sociale, situazione che poi è stata fortunatamente risolta.

A commentare l'episodio è intervenuto anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: "Accanto a tanti, tantissimi che stanno vivendo questo momento di crisi gravissima, certamente con angoscia per il futuro ma anche con dignità, vi sono alcuni gruppi organizzati, gruppi di sciacalli e professionisti del disagio, che promuovono azioni violente e che nei social network trovano una facile vetrina. Mentre centinaia di cittadini e famiglie si stanno registrando per ricevere gli interventi di aiuto alimentare del  Comune e delle associazioni, ci sono persone e gruppi che già dalle immagini e dagli espliciti riferimenti e soprannomi contenuti nelle proprie pagine mostrano e rivendicano la propria appartenenza al sottobosco mafioso. Chiedo a tutti i cittadini di segnalarli alle autorità di Polizia, di segnalare i loro account come promotori di violenza agli amministratori di social network perché siano immediatamente bloccati. Invece di far loro pubblicità rilanciandoli, facciamo in modo che siano zittiti e che ad occuparsene siano le forze di Polizia".