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AIC, Calcagno: “Decretare promozioni e retrocessioni nostro dovere, ma rischio contenziosi alto”

Le dichiarazioni rilasciate da Umberto Calcagno, vicepresidente dell’Associazione Italiana Calciatori, in merito al futuro del calcio a fronte del Coronavirus

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Parla Umberto Calcagno.

L’epidemia legata al COVID-19 si è progressivamente estesa in tutta Europa, delineando un quadro sanitario estremante complesso in Italia, con un numero ingente di contagiati ed un computo drammatico in termini di soggetti deceduti. Il Governo italiano, per questa ragione, ha scelto di prolungare fino al 3 maggio le rigorose ma necessarie contromisure adottate da oltre un mese per contrastare la diffusione della malattia. Decreti con annesse norme comportamentali di matrice igienico-sanitaria, volti ad evitare assembramenti e a ridurre al minimo i contatti sociali, con l’obiettivo di ridurre drasticamente il rischio di ulteriori contagi. I provvedimenti istituzionali hanno avuto importanti ripercussioni anche sul mondo dello sport, dove le attività agonistiche sono state bloccate fino a data da destinarsi nel pieno rispetto delle norme ministeriali. Il futuro dei campionati, ad oggi, è dunque ancora un rebus.

Il vicepresidente dell’Associazione Italiana Calciatori, in un'intervista rilasciata ai microfoni di Radio1 Rai, ha parlato delle conseguenze che la drammatica situazione che sta affliggendo l’Italia potrebbe avere sul mondo del calcio, con soffermandosi sull'eventuale sospensione definitiva dei campionati.

"Sono convinto - dice Calcagno che se non riusciremo a completare i campionati, e purtroppo le esperienze passate ce lo insegnano, il prossimo campionato rischia di partire molto più tardi perché il contenzioso che si creerà sui due terzi di campionato già disputato, e sulle decisioni che per forza di cose il nostro mondo dovrà prendere, perché abbiamo la responsabilità sportiva di decretare promozioni e retrocessioni, porteranno a posizioni che sicuramente scontenterebbero qualcuno. Il mio augurio è che la stagione si possa concludere, vorrebbe dire anche preservare gli investimenti di chi quest’anno ha fatto calcio".