venezia

Focus, la giostra dei DS: il calciomercato dei dirigenti ed il futuro degli ex Palermo, Perinetti, Faggiano e Lupo…

Il calcio italiano sembra riscoprire essenza e peso specifico del ruolo di direttore sportivo

Mediagol2

di Leandro Ficarra

Un dirompente effetto domino che alimenta un calciomercato parallelo.

Dirigenti che si ritrovano, trascinati dall'onda delle contingenze, ad indossare idealmente i panni da top player. Treni che passano, carriere che si evolvono, destini che si incrociano. L'appendice di questa stagione calcistica anomala e tormentata, avversata e profondamente stravolta nel senso e nei contenuti dalla pandemia da Covid-19, ha portato in dote un'altra singolare tendenza che sta caratterizzando il panorama calcistico nazionale in prossimità dell'avvio della nuova annata. In attesa dell'apertura ufficiale delle liste per quanto concerne la sessione estiva del calciomercato edizione 2020-2021, a cambiare casacca, o meglio scrivania e divisa sociale sono soprattutto i direttori sportivi. Manager, per competenze e definizione, designati a tracciare le linee guida strategiche e operative, di concerto con allenatore e con l'avallo della proprietà, in sede di allestimento dell'organico. Profili che, spesso loro malgrado, divengono per alcuni frangenti protagonisti assoluti del circo mediatico, alla stessa stregua dei calciatori più ambiti. Trasformandosi d'incanto, in una suggestiva inversione di ruoli, da cacciatore a preda, obiettivi ardentemente contesi dai club che puntano ad avvalersi della loro professionalità.

La giostra dei direttori sportivi, tra Serie A e B, ha ricominciato a girare a ritmi vertiginosi, riaccendendo i riflettori su specificità e rilevanza di una carica dirigenziale troppo spesso mortificata da evoluzioni e dinamiche del calcio moderno. La ripartizione settoriale di ruoli e mansioni in relazione a background e rispettive competenze dei singoli profili dovrebbe costituire l'assetto ideale in ogni azienda. Un principio di base spesso venuto meno nell'ultimo ventennio, tra le pieghe della filosofia imprenditoriale di numerosi club professionistici, per certi versi costretti a modellare il loro modus operandi in conformità alle logiche ineluttabili del calcio business del terzo millennio.

Una moltitudine di interessi economici correlati al mondo del calcio, in cui lo sport in quanto tale, nella sua accezione più pura, da originario epicentro diviene spesso propedeutico pretesto. Sponsor, diritti televisivi, contributi istituzionali, merchandising, ingaggi, diritti d'immagine, commissioni e varie diramazioni che alimentano un indotto dall'ingente volume d'affari. Globo spinoso e non sempre dorato che ha progressivamente relegato a materia quasi marginale aspetto tecnico, conoscenze e sensibilità da campo, esperienza e preparazione sull'universo si nozioni che rotola intorno alla magica sfera di cuoio entro i confini del rettangolo verde.

Così, la figura del direttore sportivo è finita spesso inopinatamente compressa tra l'arroganza calcistica miope di patron tuttologi e l'imperversare di consigli per gli acquisti, decisamente poco spassionati, da parte di agenti, intermediari e operatori di mercato a vario titolo. Non sempre nitidamente identificati. Organici spesso costruiti alla stregua di un puzzle sgangherato: collezionando pezzi non sempre complementari e funzionali a filosofia calcistica e credo tattico dell'allenatore di turno, ma seguendo varie logiche di scuderia, talvolta portatrici di interessi conflittuali, spesso fini a se stesse. Fatta eccezione per i totem del ruolo e i diversi dirigenti dal background eccelso e dalla spiccata personalità che popolano il nostro calcio, troppo spesso la figura di direttore sportivo viene di fatto confinata all'espletamento di mansioni meramente diplomatiche e di rappresentanza. Priva del legittimo peso specifico sul piano strategico ed operativo che costituisce concettualmente l'essenza del ruolo. Con un riverbero negativo facilmente intuibile in termini di risultati, programmazione e solidità societaria.  La progressiva evoluzione dell'allenatore manager a tutto tondo, le cui competenze sconfinano dalla panchina al mercato, figura particolarmente in voga in Premier League e Bundesliga, ha ulteriormente ridotto il respiro su scala europea per il cosiddetto ds classico.

Tuttavia, il panorama calcistico italiano in tal senso sta facendo registrare un'inversione di tendenza, come conferma il tourbillon di direttori sportivi che sta caratterizzando il movimento nazionale nelle ultime settimane. La scuola dei manager nostrana, ha prodotto negli anni profili professionali di comprovato spessore, capaci di conciliare competenze gestionali ed amministrative con profonde conoscenze tecniche ed in materia di scouting, dotati di visione, lungimiranza e qualità negoziali,  di carisma e personalità, figure in grado di assumersi oneri ed onori nella scelta di un allenatore e nell'allestimento di un organico. Dirigenti pronti ad implementare con idee ed acume budget non sempre faraonici, disposti a spendersi spesso ben oltre le proprie pertinenze al fine di centrare l'obiettivo prefissato dalla proprietà, Conciliando il risultato sportivo con quello economico. Dai fuoriclasse del ruolo, passando dai professionisti esperti e navigati, fino ai giovani manager rampanti che cavalcano il presente puntando al futuro.

Il calcio italiano sta riscoprendo gradualmente la centralità del direttore sportivo in un sistema che ha fortemente bisogno di snellire e qualificare la sua filiera. Il ritorno di Corvino a Lecce dopo l'era firmata Mauro Meluso, l'approdo di Carli al Parma, la conferma di Pietro Accardi ad Empoli, le tentazioni Roma e Barcellona per Paratici, ad oggi alle prese con la complessa gestione del post Sarri e la costruzione della nuova Juventus targata Pirlo, il futuro di un top manager come WalterSabatini attualmente a Bologna, Dario Baccin che resta all'Inter in qualità di vice Ausilio in attesa di un ruolo da attore protagonista. Tante le dinamiche relative ed i profili eccellenti che hanno animato in queste settimane e alimenteranno nei prossimi giorni la giostra dei direttori sportivi, tra i quali anche quelli di tre ex dirigenti del Palermo:Giorgio Perinetti, Daniele Faggiano e Fabio Lupo.

 

Sfoglia le schede per leggere l'articolo completo....

tutte le notizie di