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Focus, la giostra dei DS: il calciomercato dei dirigenti ed il futuro degli ex Palermo, Perinetti, Faggiano e Lupo…

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Un'impresa decisamente in salita sotto il profilo dirigenziale, portata brillantemente a termine con il perseguimento dell'obiettivo prefissato dal club. Premesse di estrema criticità sotto il profilo tecnico e gestionale, percorso brillante, illuminato ed autorevole in ambito manageriale, separazione brusca e per certi versi sorprendente con la proprietà, nonostante l'inconfutabile valore aggiunto apportato ad impreziosire l'ottenimento del traguardo salvezza.

La dinamica della parabola professionale di Fabio Lupo a Venezia, seppur con dimensioni ed ambizioni diverse, presenta qualche analogia con quella vissuta dal dirigente abruzzese a Palermo. In Laguna l'ex ds rosanero ha comunque terminato la stagione a differenza di quanto avvenuto in Sicilia, con la brusca rottura consumatasi a febbraio con il patron Maurizio Zamparini dopo un girone d'andata entusiasmante, con la squadra di Tedino capolista al giro di boa forte di cinque punti di margine sulle terze. Il resto della storia è ormai noto e consegnato agli archivi. Anche in laguna, Fabio Lupo ha ereditato una situazione iniziale a dir poco complicata. Squadra che era di fatto retrocessa sul campo, ripescata in Serie B a causa proprio della mancata iscrizione al campionato del Palermo targato Arkus Network. Soltanto sei calciatori di proprietà, un ambiente depresso ed un organico da costruire quasi da zero sul piano tecnico e patrimoniale. Grazie alle sue capacità diplomatiche e negoziali, alla sua riconosciuta competenza calcistica, al suo eccellente background professionale, Fabio Lupo è riuscito ad assolvere all'arduo compito. Con la preziosa collaborazione del fido Armando Ortoli, l'ex ds del Venezia ha puntato forte sul tecnico Dionisi strappandolo alla concorrenza, supportandolo in ogni frangente e mettendone in risalto qualità concettuali, gestionali e tattiche.

Il rombo dell'ex allenatore dell'Imolese ha prodotto un calcio propositivo, sciorinando sincronismi fluidi e oleati in entrambe le fasi di gioco, esaltando le peculiarità dei singoli funzionali all'espressione organica del collettivo. Il rilancio del portiere Lezzerini, l'esplosione del classe 98 Maleh, la stagione di livello di Aramu e Capello, la linea verde composta da Felicioli, Fiordaliso e Casale, il rendimento di Ceccaroni, l'usato sicuro che ha spostato gli equilibri con gli arrivi di Pomini, Longo e Molinaro, la consacrazione ad alti livelli di Luca Fiordilino. Tutte felici intuizioni firmate Fabio Lupo, elementi decisivi ai fini del conseguimento della salvezza lagunare, nonostante un budget a disposizione non particolarmente ingente. Molti di questi calciatori costituiscono attualmente tangibile patrimonio tecnico e finanziario del club veneto, in ottica presente ed in prospettiva futura. L'apprezzamento unanime di staff tecnico e societario e ambiente, un acclarato spessore umano e culturale che ha reso il profilo del manager abruzzese fondamentale, in campo e nello spogliatoio come dietro la scrivania. Da Palermo in Laguna il dirigente originario di Pescara ha portato con sé anche il talentuoso e promettente classe 2000 DeMarino ed il valente team manager Vincenzo Todaro che ha avuto modo di farsi apprezzare per competenza, capacità organizzative e qualità umane.  Quindi, per l'ex dirigente di Torino e Sampdoria è arrivata la separazione con la nuova proprietà statunitense del club, figlia di inconciliabili divergenze strategiche e concettuali su concezione del ruolo del direttore sportivo e linee guida in sede di programmazione. L'amarezza che ha già lasciato il posto alla voglia di spendersi con dedizione e profitto in una nuova avventura professionale: il nome di Fabio Lupo è già in cima alla lista di vari club di Serie B pronti a rilanciare le proprie ambizioni.

 

 

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