Giustizia per George Floyd.
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Bayern Monaco, Boateng: “Morte Floyd? Problema esteso, ma nessuno nasce razzista. Il mio appello…”
Le dichiarazioni rilasciate da Jerome Boateng, difensore del Bayern Monaco, in merito al fenomeno del razzismo e alla morte negli Stati Uniti di George Floyd
Il quarantaseienne afroamericano è morto a Minneapolis, negli Stati Uniti, dopo essere stato fermato dalla polizia per avere acquistato delle sigarette con una banconota falsa. L’agente Derek Chauvin, designato dai media come l'autore dell'omicidio, ha bloccato ferocemente l'uomo, spingendo per circa otto minuti il proprio ginocchio contro il suo petto. George Floyd, intanto, dichiarava di non riuscire a respirare. Il video dell’accaduto, registrato dalla folla, ha fatto il giro del mondo, indignando il web e causando una vera e propria rivolta negli USA. “Black lives matter” (le vite nere contano), è il grido che si è innalzato in questi giorni.
A commentare la complessa vicenda e, in generale, la diffusione del fenomeno del razzismo nel mondo, Jerome Boateng. Il difensore del Bayern Monaco, che da anni insieme al fratello Kevin Prince lotta contro le discriminazioni nel mondo del calcio e non solo, si è espresso in un’intervista a Deutsche Welle.
"La morte di George Floyd dimostra quanto il problema del razzismo negli Stati Uniti sia esteso.Dobbiamo capire però che questo fenomeno si trova ovunque. Negli Stati Uniti enormemente. Anche qui in Germania è molto presente. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad attacchi contro stranieri e gruppi religiosi anche nel nostro Paese. Per combattere il razzismo bisogna cominciare dai bambini. Nessun bimbo al mondo nasce razzista. Per questo è fondamentale insegnare ai bambini che il razzismo è inaccettabile e che se qualcuno ne è vittima bisogna parlarne e affrontare il problema. La lotta alle discriminazioni è un processo che deve cominciare a scuola, deve far parte dei programmi di studio, solo così possiamo venirne fuori e progredire".
Il giocatore, nato da madre tedesca e padre ghanese, ha inoltre rivolto un appello agli esponenti del mondo del calcio: "Noi calciatori possiamo raggiungere molte persone e sarebbe importante far sentire la propria voce, utilizzare la propria notorietà per sostenere la causa. Molti lo hanno fatto, ma potrebbero essere molti di più e ovviamente con questo non voglio dire che chi non si esprime è razzista, dico solo che più siamo e meglio è. Dobbiamo far capire il giusto messaggio".
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