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Inchiesta Procura di Caltanissetta, il retroscena: “Picciotti, stanno arrestando Zamparini…”

Inchiesta Procura di Caltanissetta, il retroscena: “Picciotti, stanno arrestando Zamparini…”

Nuovo delicato capitolo all'interno dell'inchiesta relativa al presunto pilotaggio dell'istanza fallimentare del club rosanero, tra retroscena ed intercettazioni

Mediagol97

Nuovo retroscena all'interno dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Caltanissetta, relativa al presunto pilotaggio del rigetto dell'istanza fallimentare del Palermo Calcio.

Questa mattina, infatti, sono state pubblicate sul quotidiano online LiveSicilia delle nuove conversazioni (telefoniche e non) intercettate nell'ambito della sopracitata inchiesta che coinvolge al momento, tra gli altri, il giudice Giuseppe Sidoti, l'ex presidente del club rosaneroGiovanni Giammarva ed il patron Maurizio Zamparini.

"Picciotti non ne parlate con nessuno, nessuno, casa, confidenza, amici... stanno arrestando Zamparini...non è detto che si arrivi a tanto, c'è una richiesta di misura cautelare": il 15 marzo del 2018 Giovanni D'Antoni, presidente della sezione fallimentare del Tribunale di Palermo, convoca i propri colleghi nella sua stanza per comunicargli la notizia, che secondo quanto emerso dalle intercettazioni, avrebbe appreso dal GIP Fabrizio Anfuso. Il 29 marzo, infatti, D'Antoni racconta a Giuseppe Sidoti, giudice delegato del collegio che in seguito dirà di no al fallimento del Palermo Calcio, di avere incontrato Fabrizio Anfuso in palestra al Tc2. Anfuso è il giudice incaricato per le indagini preliminari che ha in mano la richiesta di arresto di Maurizio Zamparini: "Lui giustamente da fallimentarista dice questo 'io glielo sto rigettando per mancanza di esigenze cautelari... perché se tu mi contesti il pericolo di reiterazione del reato... ora che lui nel consiglio di amministrazione non c'è più, devi iscrivere Giovanni Giammarva e devi dire che Giammarva è la testa di legno di Zamparini...io pensavo che il Gip stesse aspettando la nostra decisione".

A primo impatto potrebbe sembrare una normale interlocuzione fra magistrati che stanno valutando la vicenda riguardante il Palermo Calcio sotto due profili diversi ma il punto contestato dall'accusa, è che Anfuso avrebbe parlato del suo provvedimento anche dopo che era stata rigettata la richiesta di fallimento. Il 18 aprile il GIP viene intercettato nella stanza di Sidoti al Palazzo di giustizia, i due parlano in merito alla vicenda e si confrontano sul caso, con Anfuso che dice: "Mi hanno chiesto gli arresti domiciliari...". Poi abbassa la voce e la microspia registra solo tre parole: "la misura interdittiva". L'ordinanza è pronta e visto che Maurizio Zamparini non è più presente nel Consiglio di Amministrazione del club siciliano, Anfuso applicherà solo una misura interdittiva. Il 2 maggio le microspie registrano Giovanni Giammarva che parla con l'imprenditore friulano: "...senti, io oggi sono dalle tue parti...riusciamo a vederci". Prendono un appuntamento per la sera e Giammarva atterra alle 18:30 a Milano Linate. Due ore dopo il suo telefono aggancia la cella telefonica di Vergiate, comune della provincia di Varese, dove abita proprio il patron rosaneroMaurizio Zamparini.

Il giorno dopo, più precisamente il 3 maggio, tramite un comunicato pubblicato sul proprio sito ufficiale l'U.S. Città di Palermo fa sapere che Zamparini si è dimesso da consigliere delegato del CdA. Il 7 maggio Anfuso rigetta la richiesta di arresto del patron friulano perché non ci sono le esigenze cautelari. Il GIP scrive che "è sopravvenuto un evento che impone di rivalutare la persistenza e l'attualità del quadro cautelare". Dunque, ricapitolando, le dimissioni del numero uno del club rosanero del 3 maggio precedente, avrebbero evitato che finisse agli arresti domiciliari, ma potrebbe essere stato lo stesso Anfuso, senza volerlo e dunque in maniera involontaria, a favorirlo. Secondo quanto riportato stamane dal quotidiano locale online, ora sotto inchiesta sono finiti tutti i protagonisti della presunta fuga di notizie. Chi l'avrebbe rivelata (Anfuso), chi l'avrebbe fatta avere a Giammarva (Sidoti) ed il beneficiario (lo stesso Giammarva che la fece sapere a Zamparini). Sidoti e Giammarva, come già noto, sono stati sospesi per un anno dalla loro professione (anche se i PM avevano chiesto l'arresto) mentre per Anfuso era stata proposta ma non accolta la richiesta di misura interdittiva. Quest'ultimo sarà interrogato proprio oggi dal GIP di CaltanissettaAntonia Leone.