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Inchiesta Procura di Caltanissetta, i PM: “Serie di fughe di notizie per salvare Zamparini”

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Le accuse dei PM nisseni: ecco come il patron rosanero evitò l'arresto

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Fughe di notizie in serie per salvare Zamparini

Questo il titolo scelto stamane da Il Giornale di Sicilia che, all'interno della propria edizione odierna, torna ad approfondire la questione relativa all'inchiesta della Procura della Repubblica di Caltanissetta nei confronti delle vicende che hanno portato il Palermo Calcio ad evitare il fallimento, con il presunto esito pilotato dell'istanza rigettata.

Il giudice palermitano Fabrizio Anfuso, anch'egli indagato all'interno di tale inchiesta che ha visto coinvolti pure l'altro giudice Giuseppe Sidoti e l'ex presidente rosanero Giovanni Giammarva, sarà interrogato oggi dal GIP di CaltanissettaAntonia Leone: "L'ipotesi della Procura nissena che chiede la sospensione dell'incarico - riporta il noto quotidiano regionale - è quella che Anfuso, chiamato a decidere sull'arresto o meno del patron rosanero, avrebbe indebitamente informato Sidoti di quel che andava facendo, gettando involontariamente le premesse per far saltare la misura cautelare di Zamparini". Questa dunque l'accusa rivolta al giudice Anfuso, ma non è finita qua.

Il quotidiano regionale riporta, infatti, anche una serie di conversazioni tra i giudici Giuseppe Sidoti e Giovanni D'Antoni, il quale presiedeva la quarta sezione civile del Tribunale per decidere sul rigetto dell'istanza di fallimento del Palermo Calcio. Eccone un breve ma significativo estratto: "Adesso mi sembra un pochino imprudente, questo ragazzo. Dico, forse lo fa anche per fiducia, io no facissi..." - afferma il 20 aprile Giuseppe Sidoti parlando al suo presidente, Giovanni D'Antoni, che risponde così: "Lui giustamente da fallimentarista dice questo 'io glielo sto rigettando per mancanza di esigenze cautelari... perché se tu mi contesti il pericolo di reiterazione del reato... ora che lui nel consiglio di amministrazione non c'è più, devi iscrivere GiovanniGiammarva e devi dire che Giammarva è la testa di legno di Zamparini... io pensavo che il GIP stesse aspettando la nostra decisione".

In precedenza (precisamente il 15 marzo) D'Antoni aveva inoltre appreso una notizia segreta e convocato così i colleghi nella sua stanza per comunicargliela: "Picciotti, non ne parlate con nessuno, dico nessuno... stanno arrestando Zamparini. Non è detto che si arrivi a tanto, c'è una richiesta di misura cautelare".

Il sospetto principale dei PM nisseni si fonderebbe anche su un altro fatto: ossia che Sidoti abbia ricevuto il provvedimento in anticipo dal GIP e che abbia dunque girato le informazioni a Giammarva (le intercettazioni dimostrerebbero il rapporto confidenziale tra i due) e dall'ex presidente rosanero, poi, le informazioni sarebbero arrivate al patron del Palermo Calcio, Maurizio Zamparini. Di seguito uno stralcio di una conversazione telefonica proprio tra Sidoti e Giammarva:

"Probabilmente - dice al telefono Sidoti all'ex presidente rosanero, la sera del 5 luglio - la colpa di tutto quello che sta succedendo è solo mia, perché non avrei dovuto sentirmi così libero e ristabilire contatti che da anni non avevamo più, non farmi vedere allo stadio, non prendere un caffè con te, non chiederti niente". E Giammarva risponde: "Ma che te ne fotte, Giuseppe, ma dici vero?". Sidoti però è a terra: "Quando qualcuno ti ha detto che volevano farti a fette, probabilmente non hanno sbagliato e adesso cercheranno di fare lo stesso con me, solo che io questo peso non ce la faccio a sopportarlo, perché per me sarà un'umiliazione troppo grande. Avrei dovuto dire: 'Vabbè Giovanni, la stima rimane quella che è, però ci vediamo tra sei mesi'".

Ad una collega, poche ore prima, Sidoti aveva confidato: "Non ho nessuna voglia di finire in questo tritacarne". Anche il magistrato donna è indagata per corruzione, in relazione ad una vicenda diversa, riguardante due consulenti, Raffaele Costanzo e Mario D'Amore.