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Serie A, Calcagno: “Protocollo resta una criticità. Giusto ripartire con la Coppa Italia”

Il vicepresidente dell'AIC, Umberto Calcagno, ha espresso la sua opinione in merito alla decisione di riprendere a giocare con la Coppa Italia

Mediagol52

Il pensiero di Umberto Calcagno.

Dopo aver avuto l'approvazione del Governo per la ripresa della Serie A e della Serie B, tutti gli organi del calcio italiano hanno continuato a lavorare con intensità per definire il calendario delle partite rimaste, al fine di suddividere ed organizzare tutte le partite nel modo più corretto possibile, senza sovraccaricare eccessivamente i giocatori fermi da più di tre mesi.

Tuttavia ci sono stati alcuni club che hanno già fortemente polemizzato contro le decisione della Lega, in primis l'Inter che si è schierata contro la decisione di giocare le rimanenti sfide di Coppa Italia in un range troppo breve di tempo e ha minacciato di far scendere in campo la Primavera in occasione della sfida contro il Napoli.

A difendere le posizioni degli organi del calcio è intervenuto Umberto Calcagno, vicepresidente dell'AIC, che durante un'intervista rilasciata ai microfoni di Radio Kiss Kiss ha affrontato le problematiche legate al protocollo emanato dal Comitato tecnico-scientifico e commentato la scelta di giocare la Coppa Italia prima della ripresa della Serie A. Queste le sue dichiarazioni:

"Il protocollo è una delle criticità che resta. Auspichiamo che le condizioni del nostro paese migliorino assieme al protocollo. Quando si parla di orari pomeridiani, il nostro intervento è stato per evitare problemi di questa natura. Giocare a orari serali è stato un primo passo importante. Iniziare dalla Coppa Italia? E’ una soluzione di buon senso, permette una fase di rodaggio per tante squadre. Poi è una bella competizione con squadre importanti. Probabile che le prime partite, sulla voglia di riprendere, siano partite con intensità differente. Molte squadre hanno ragazzi abituati a giocare ogni 3 giorni. Ci sarà chi è abituato a giocare ogni 3 giorni e chi no".