La Gazzetta dello Sport, quest'oggi in edicola, pubblica uno studio sui bilanci delle società di Serie A. I bilanci vengono approvati e resi pubblici solo diversi mesi dopo la fine della stagione sportiva (e alcuni club posticipano la chiusura a fine anno solare). Pertanto quest'analisi offre una fotografia del campionato di Serie A 2014-15.
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Calcio, allarme rosso: i conti in casa delle squadre di Serie A, 12 su 19 chiudono in rosso
CAGLIARI
Nell’anno della retrocessione il Cagliari era riuscito a tenere ancora una volta i conti in ordine. Anzi, si era regalato un utile di quasi 6 milioni grazie a una gestione attenta, con gli stipendi a incidere solo per il 42% sul fatturato, e alle plusvalenze di Nainggolan (11,9 milioni) e Oikonomou (2,6). Ha influito anche l’incorporazione della controllata Società Generale Servizi, proprietaria del marchio e della library. La stagione 2014-15 è stata la prima della presidenza Giulini, in grado di attutire gli effetti della discesa in B (al 30 giugno 2015 i debiti con le banche erano 0 e quelli con istituti di factoring 3 milioni) e di ripartire con rinnovate ambizioni.
CESENA
Lo spettro del fallimento, l’inchiesta sui fondi neri, i disastri della precedente gestione e il tentativo disperato di Lugaresi per evitare il crac. Sono stati anni turbolenti per il Cesena, e le peripezie sono ancora in corso. Nel 2014-15, con la A, i bianconeri erano riusciti a minimizzare le perdite (261mila euro) ma il grosso problema è rappresentato dai debiti pregressi: in particolare quelli con l’Erario (27,9 milioni al 30 giugno 2015) e con i fornitori (27,3). Il ritorno in B ha complicato le cose. In estate è stato deliberato un aumento di capitale di 2,5 milioni ma si corre sempre sul filo: la cessione di Sensi è stata una boccata d’ossigeno.
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