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L'INTERVISTA

Salernitana, Iervolino: “In Serie B rivoluzione, voglio sperimentare con i giovani”

Salernitana Iervolino
Il patron della Salernitana, Danilo Iervolino ha parlato della programmazione futura della società granata, prossima alla retrocessione in B.
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La Salernitana è ultima in Serie A ed è prossima alla retrocessione in B. Questo e tanto altro il tema dell'intervista fatta da Danilo Iervolino, presidente del club campano, alle colonne del "Corriere dello Sport", nella quale ha spiegato piani e programmazioni future in seno alla società granata. Di seguito, le sue parole:

"Se sto pensando di lasciare? Ancora no, però non si può mai dire. Se fosse per il bene dell’azienda farei un passo indietro. Sono già arrivate telefonate ai miei manager, per ora non se ne parla. La Salernitana sta vivendo una stagione pessima ma questo è il momento di restare in sella. Ho messo in conto di retrocedere? Certo, anche se l’aritmetica ci tiene ancora in gioco. Mi sto guardando attorno, voglio riflettere bene. E le assicuro che ci sarà una rivoluzione. La categoria è differente e farò scelte in funzione di un progetto sano. Questione allenatori passati da Salerno? A Nicola ho fatto un grande torto, inutile girarci attorno, è il mio cruccio. Sousa è il migliore tecnico che abbia mai incontrato, intelligentissimo. Ma quest’anno ambiva a qualcosa di più importante, ci siamo anche dati un momento per riflettere, lui parlò con il Napoli, poi è tornato ma non era abbastanza motivato. Inzaghi è un rimpianto, grande persona. Il calcio ha bisogno di figure come lui: potevo riprenderlo ma avrei fatto un altro errore. Liverani lo ha voluto Sabatini, ma non si sono innescati i meccanismi. Colantuono ama Salerno, è con noi da tempo. Sabatini? Uomo di esperienza riconosciuta ma il suo stato di salute non gli ha consentito di essere presente, e quindi non ha portato quello che mi auguravo, quando è arrivato eravamo a 3 punti dalla zona salvezza. Anno prossimo? Sceglierò uomini di mondo e meno di calcio che sono troppo autoreferenziali. Invece io voglio i giovani, voglio sperimentare. Se mi piace un allenatore di serie D che ritengo bravo lo porto. Basta con i nomi, non sono questi che danno credibilità al progetto. Non sono entrato nel calcio per avere visibilità, non ne avevo bisogno".

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