serie a

Palermo-Sampdoria: Leoluca Orlando, il sindaco che difendere la città “non lo sa fare”

William Anselmo

Con uno storico di sentenze in cui in passato hanno annullato o ridotto squalifiche a squadre i cui tifosi avevano fatto cose decisamente ben più gravi (coltellate, bombe molotov, cori razzisti, etc...) che accendere qualche fumogeno e qualche petardo durante una gara, il presidente Maurizio Zamparini ha deciso di non opporsi alla squalifica del "Barbera".

Forse per "punire" i tifosi del Palermo dopo le contestazioni a lui dirette? Forse perché gli faceva comodo giocare a porte chiuse dopo una sconfitta ed evitare altre multe e altri insulti? Fatto sta che in questo modo, con la squalifica del campo, si è creato un precedente grave che non ha potuto non pesare sulla valutazione del Tar e del Prefetto (figura peraltro probabilmente del tutto fuori dalle dinamiche del calcio e senza competenze specifiche sulla materia).

Il secondo grave errore è stato quello di non muoversi tempestivamente dopo la nota dell'Osservatorio. Sulla base di quanto successo all'Atalanta, il club di Viale del Fante avrebbe dovuto mettere in moto immediatamente la macchina per scongiurare un epilogo del genere. Invece è stato fatto tutto con estrema calma e senza il sostegno della politica.