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PRIMO TEMPO

Palermo-Foggia 2-0: Floriano e Brunori infieriscono sugli azzardi rossoneri, primo tempo ok

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Foggia bello ma fin troppo audace e friabile nella gestione della fase difensiva: un Palermo tonico e brillante chiude il primo tempo avanti di due reti

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Gara di cartello e dall'indubbio fascino al "Barbera". L'ottava giornata del girone C di Lega Pro pone il Palermo di fronte al temibile Foggia di Zeman.

Il tecnico boemo, artefice di un capolavoro calcistico in Puglia nei primi anni novanta, ricompone con il direttore sportivo dell'epoca, Giuseppe Pavone, il binomio professionale che in seno al club rossonero incantò l'intera Italia calcistica.

La compagine di Filippi, rimaneggiata a causa di alcune assenze di rilievo, cerca un successo convincente contro un avversario di prestigio per diradare le nubi di un avvio di stagione in chiaroscuro.

Out Buttaro per squalifica, Accardi,  Valente e Silipo per problemi fisici,  l'allenatore rosanero cerca di coniare un undici equilibrato ed incisivo al contempo, consapevole dell'alto coefficiente di difficoltà della sfida odierna.

Palermo in campo con il solito 3-4-2-1, Pelagotti tra i pali, Lancini, Marxoni e Perrotta a comporre il terzetto difensivo. Doda e Giron stantuffi sulle corsie, De Rose e Odjer coppia di interni. Floriano e Fella tandem di trequartisti a supporto di Brunori.

Linea difensiva alta e costruzione dal basso, anche a costo di prendersi più di un rischio nel primo possesso: la formazione pugliese ricalca fedelmente i principi temerari del calcio zemaniano. Brunori fiuta l'indugio di Sciacca e ruba una palla letale per gli ospiti sulla trequarti offensiva, l'assist per il liberissimo Floriano consente al numero sette rosa, ex di turno, di battere Alastra in uscita. Vantaggio dei padroni di casa dopo pochi giri d'orologio come preludio di un match che si  preannuncia aperto e spettacolare. Il Foggia gioca un calcio fluido, brillante ed a ritmi vertiginosi: coralità, verticalità ed intercambiabilità sono prerogative preponderanti nello sviluppo della manovra rossonera. Tagli, interni ed esterni, verticalizzazioni, sovrapposizioni dei laterali, inserimenti centrali ed attacchi alla profondità. Una compartecipazione totale nella tessitura delle trame offensive che diventa un boomerang nel momento in cui salta una scalata o una diagonale, talvolta letale se si sbaglia il dosaggio di un appoggio o il tempo nell'esecuzione del pressing. Ennesima riprova della friabilità del sistema difensivo zemaniano al minuto venti: altro break in zona calda ed assist di De Rose per Brunori che straripa in progressione sulla linea difensiva pugliese, presa in uscita e priva di qualsivoglia schermatura, prima di battere con un chirurgico diagonale Alastra.

Il portiere rossonero salva un paio di situazioni complicate con i piedi, uscendo con buon tempismo ai limiti della sua area di rigore, quindi deve spendere un giallo per arginare l'ennesimo sprint di Brunori, servito da Floriano nella circostanza. Altro cartellino giallo ai danni di Markic in chiusura di tempo, con il numero cinque di Zeman autore di una trattenuta, reiterata e fin troppo evidente, su Brunori. L aprima frazione si chiude con il Palermo avanti con merito per due reti a zero.