di Leandro Ficarra
Venezia-Palermo
Venezia-Palermo 1-3: rosa granitici e concreti, tris di un super Brunori al Penzo
Il Palermomostra i muscoli e reagisce da grande squadra. Vittoria di prestigio e dall'inestimabile peso specifico al Penzo contro un ottimo Venezia che ha legittimato sul rettangolo verde le ambizioni di promozione, al pari della compagine di Eugenio Corini.
La squadra rosanero ha spazzato via le scorie della fastidiosa ed inattesa sconfitta interna contro il Cosenza, imponendosi sulla formazione di Vanoli al culmine di una prestazione di straordinaria solidità, concretezza e carattere, impreziosita da alcune giocate di buona qualità, pregevoli e decisive, bei momenti topici del match, Mattatore assoluto il capitano e bomber Matteo Brunori, che ha rotto il digiuno con un'abbuffata di reti salutare ed esaltante, risultata indigesta a Pohjanpalo e compagni. Partita monumentale del centravanti italobrasiliano, ispiratore ed implacabile esecutore del penalty che ha sbloccato il match, predatore rapace nella rete del nuovo sorpasso su torre di Lucioni, stoccatore feroce al momento di calare il tris che ha chiuso la contesa in laguna. Non solo finalizzatore ma leader di serata, per la personalità, la forza mentale e la tenuta nervosa con cui si è presentato sul dischetto, in un frangente complesso per ka squadra e delicatissimo per lui, per la caparbietà e la ferocia mostrate nel lottare su tutti i palloni, giocare di sponda, coprire la sfera e far salire il baricentro rosa nei momenti di maggiore pressione arancioneroverde. Dopo un periodo di oggettivo appannamento, complicato dal digiuno di reti e da una fisiologica e crescente frenesia nella ricerca del sigillo liberatorio, Brunori il tirato fuori dal manuale del bomber di razza un saggio delle sue indubbie qualità. Risolutezza, statura tecnica e carisma da leader, germogli di un nuovo corso in stagione disseminati sul manto erboso del Penzo. Bagliori di fiducia ed autostima che diradano ogni accenno di nubi sul percorso rosanero. La sfida tra Venezia e Palermo è stata intensa, vibrante e caratterizzata da un ritmo sostenuto. Gara maschia e vigorosa, match gladiatorio dai toni agonistici pronunciati, in cui non sono mancate, nonostante densità ed attenzione in fase di non possesso su entrambi i fronti, geometrie armoniose, trame ficcanti, sprazzi di lodevole caratura complessiva in termini di contenuti tecnici.
Palermo che ha impattato bene la gara, con audacia ed indole propositiva cercando di restare corto, alto ed aggressivo e tessere sapientemente la sua tela in fase di costruzione. Muscoli e fisicità con Coulibaly, dinamismo, filtro e cucitura con Gomes, rapidità e tempi di inserimento firmati Vasic. Questa la ricetta scelta da Corini in zona nevralgica per aggredire, aggirare ed arginare il centrocampo di grande spessore del Venezia di Vanoli. Di Francesco ed Insigne larghi per smagliare la retroguardia lagunare col moto perpetuo di un Brunorielettrico, bravo a venire fuori, stanando i centrali difensivi veneti e schiudendo varchi, pronto a divorarsi la profondità quando le contingenze tattiche lo consentivano. La spinta degli esterni bassi per creare superiorità sulle catene laterali, rapidi cambi di fronte da un versante all'altro per colpire il lato debole con i laterali veneti spesso protesi in fase di spinta. Giocata tipo al minuto cinque in questo senso, lungo taglio a pescare Di Francesco, sponda e scambio stretto con Lund che scarica su Brunori e va dentro, imbucata del capitano per l'ex Hacken che si guadagna il calcio di rigore con una sterzata fulminea. Brunori gestisce la tensione dopo un lungo check al Var per verificare la posizione regolare del nazionale statunitense, quindi spiazza Joronen e si scrolla di dosso scorie psicologiche e mugugni. Da lì, il Palermo resta attento, tonico e compatto , prova ancora a pungere ed a far male al Venezia con le sue armi. Splendida l'imbucata di Insigne per Di Francesco, dolce il tocco ad eludere l'uscita di Joronen, salvifico il slvataggio dei difensori lagunari con Brunori pronto a ribadire in rete.
La prima frazione si dipana col Venezia che prova a spingere ed a creare imbarazzi, specie in ampiezza, al dispositivo rosa, ma Pigliacelli non corre rischi di sorta. Lucioni catalizza ed intercetta ogni pallone che transita nei pressi dei sedici metri, chiude ogni spiffero, legge ogni traiettoria, svetta su tutte le giocate aerea con puntualità ed efficacia impressionanti. Qualche folata di Candela, con annesso cross teso, sorprende un intraprendente ed applicato Lund, ma il Palermo gestisce c on relativa disinvoltura la pressione veneziana. Peccato per il flipper a fil di recupero originato da un'ingenuità di Coulibaly, che gestisce male e non spazza una palla in zona calda, consentendo a Pohjampalo di aggredire col mancino una palla vagante, dopo una conclusione murata da Mateju, trovando il pari prima dell'intervallo.
Inerzia psicologica che si ribalta e primi dieci minuti di sofferenza per il Palermo nella ripresa. Prima Lella, poi Pohjampalo mettono i brividi alla difesa di Corini sfiorando il bersaglio. Rosa che serrano i ranghi, stringono i denti ma provano comunque a ribattere colpo su colpo. Lund sfiora il gol con un velenoso tirocross, poi una bella combinazione Brunori-Insigne-Di Francesco non si chiude per un vizio di misura sull'assist dell'ex Frosinone. Brunori scaglia un mancino devastante su invito di Coulibaly, tiro reso ancor più velenoso dalla deviazione di Zampano e parata top di Joronen. Con il triplo cambio già pronto, Corini si gusta il nuovo vantaggio dei suoi. Corner corto e cross di Lund sul secondo palo, stacco imperioso e torre di Lucioni che bomber Brunori spinge in rete con la zuccata del raddoppio. Corini esulta ma non muta i piani: Mancuso, Segre ed Aurelio per Insigne, Di Francesco e Lund. Triplo cambio anche per il Venezia. Fuori Lella, Busio e Gytkjaer, dentro Bjarkason, Pierini e Andersen. Palermo in campo con una sorta di 4-4-2 con Segre e Gomes interni, Coulibaly e Vasic larghi, Mancuso a fianco di Brunori. Modulo declinabile a tratti anche in un 4-2-3-1, con l'ex Salernitana che si intercambia con Vasic, sganciandosi talvolta tra le linee in posizione quasi da trequartista centrale. Uno stoico ed irriducibile Mateju salva su Busio prima di cedere a problemi fisici e lasciare il campo a Nedelcearu che si ricicla laterale basso di destra. Henderson rileva uno stremato Vasic ed il Palermo gestisce con ardore il forcing finale del Venezia. Un paio di mischioni e poco altro, con Lucioni Ccccaroni dominatori nell'area rosa, ben coadiuvati dai compagni di reparto che spazzano le minacce senza badare troppo allo stile. Mancuso regala un buon finale di gara, guadagnando punizioni preziose e confezionando un lob dolcissimo che ispira il tris di Brunori. La festa rosanero in laguna prende corpo e linfa al triplice fischio. Il Palermo ruggisce da squadra di rango e lancia un segnale forte al campionato, volando a tredici punti con una gara ancora da recuperare rispetto alle concorrenti. Ora serve continuità e massima concentrazione: l'appuntamento di domenica prossima al Barbera contro il Sudtirol può fornire impulso e slancio potenzialmente decisivo, sul piano numerico e psicologico, a questo primo scorcio di stagione della squadra di Corini.
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