Due metri di forza fisica, esplosività e sopraffina tecnica individuale. A dispetto di mole e statura, Lorenzo Lucca ha buoni fondamentali, piedi educati, ottime doti balistiche e rapidità non comune per un ariete della sua morfologia. Classe 2000, dalle giovanili del Torino all'esplosione in Serie C con la maglia del Palermo, club in cui era approdato nel gennaio del 2020 con la squadra rosanero dominatrice del girone I di Serie D. Quindi la fulminea partenza con il Pisa in B a suon di gol e prestazioni prima di un lungo blackout, il passaggio all'Ajax ed il ritorno in Italia dopo scarsa continuità di impiego e qualche difficoltà di ambientamento nello storico club olandese. Oggi, con l'Udinese, il ragazzo sta riacquisendo fiducia e confidenza con il gol, tanto da destare l'attenzione anche dei più fidi collaboratori di Luciano Spalletti in ottica Nazionale azzurra. Il gigante di Moncalieri si racconta in un'interessante intervista pubblicata sull'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport".
L'EX PALERMO
Udinese, Lucca: “Dopo Palermo pensavo fosse facile. Tutto su Ajax, studio Haaland…”
"Udinese? Mi aspettavo che potesse andar bene. Perché ho avuto le mie esperienze negative con due brutti infortuni e ho sofferto. Poi sono cresciuto. Dopo le giovanili nel Toro, al Brescia ho imparato nuove cose e a Palermo ho fatto 14 gol in C. Mi sembrava che la strada fosse in discesa, invece, cominciava la lunga salita. Come ha lavorato per diventare un centravanti da A? «Con la testa. E con l’aiuto di una persona importante a Torino. Uno che crede in me. Analizziamo la gara al video, i gol, ma pure gli errori. Studio i movimenti di Haaland che è simile strutturalmente a me ed è mostruoso anche se è mancino. Cerco di imparare i movimenti dentro l’area; per fare gol in A contro certi difensori devi saperti muovere e capire come far male. Devi avere sempre presente palla, porta e difensore e stare nell’ombra del difensore. E capire con una mappa visiva che tu comandi il difensore. Come va dal punto di vista mentale e psicologico? Bene, sono concentrato nel costruire il mio futuro. Lo avessi fatto negli studi… mio padre Federico si sarebbe arrabbiato meno. Ma ora è felice anche se lui, che ha giocato, continua a farmi osservazioni. A Pisa è stato bello, ho segnato gol importanti, all’Ajax è stata un’esperienza in un grande club, ho giocato poco, non capivo le dinamiche della società e quando stavo ingranando è cambiato l’allenatore. Ma è stato utile per migliorare, si lavora sulle basi sempre e si migliora la tecnica individuale"
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